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Personaggi allo specchio: Paolo Conte come non l'avete mai visto

27 Marzo 2016 by Redazione Tdg

Personaggi allo specchio: Paolo Conte come non l'avete mai vistoE’ facile scrivere di un personaggio noto come Paolo Conte: basta scorrere le pagine dei giornali o cliccare in internet per trovare tutte le informazioni possibili.

Ma io cerco qualcosa di diverso dalle solite notizie copiate e ricopiate che paiono scritte con la fotocopiatrice, clonate da notizie lette e rilette sui rotocalchi, tutte uguali, senza fantasia né inventiva dell’articolista. E’ come se gli artisti fossero dei semplici robot programmati per fare determinati movimenti e non avessero invece un’anima, dei sentimenti.

Purtroppo ai lettori dei rotocalchi interessa solo ciò che fa scandalo, dimenticando che anche i loro divi hanno delle emozioni. Per questo amo incontrarli al di fuori di un’intervista fatta di domande e risposte, per lasciare spazio a quelle sensazioni che emergono da un incontro più conviviale che da quello in bilico sul filo dell’intervista giornalistica: osservo ogni sfumatura “umana” che poi trasferisco nelle mie… interviste “allo specchio”.

Di Paolo Conte si è scritto “tutto-e-di tutto”. Molti hanno versato fiumi d’inchiostro per raccontare la sua storia, dall’esordio “casalingo” agli applausi dei concerti parigini, alle sue tournée in tutto il mondo, ma se esiste Paolo Conte e la sua grande musica, esiste anche un…Conte Paolo dal lato sconosciuto, quasi invisibile, percepibile solo a chi sa comprendere il lato umano racchiuso in ogni uomo: quello composto da emozioni e sentimenti, gioie e dolori, sogni e fantasia, ricordi e rimpianti!

Apparentemente sembrerebbe la stessa cosa, semplicemente un cognome posto prima del nome, invece sono due realtà ben divise: una appartiene a “Conte” l’Artista e l’altro a “Paolo”, l’Uomo che racchiude dentro di sé il lato umano.

Incontrandolo è come mi fossi trovata dinanzi ad un Paolo Conte allo specchio, diverso da quello che qualcuno ha descritto: scontroso, schivo, taciturno, solitario. 

Quando si esibisce è indubbiamente spigliato, disinvolto: estraniato da ciò che lo circonda diviene egli stesso canzone. 

Sicuro di sé sul palcoscenico, nella vita appare diverso: imprevedibile; sensibile e capace d’emozioni; raffinato ed elegante; riservato e amante della propria privacy, ma non per questo “scontroso”; capace di aiutare gli altri, ma senza “pubblicizzarsi” nel farlo sapere; simpatico; semplice ma con raffinatezza e signorilità; educato e rispettoso verso tutti; schivo nell’ostentare la propria superiorità e notorietà; disponibile, ma… non sprovveduto. 

… Sa di essere il migliore, ma non l’ostenta…

Intervistandolo si ha l’impressione di avere conosciuto un uomo straordinario e si ha la sensazione di conoscerlo da sempre…

Essere famosi è indubbiamente affascinante ma spesso è talmente coinvolgente da creare dei momenti tanto disagevole da fare desiderare di diventare anonimi almeno per un giorno, per potere rimanere in solitudine… accanto ai propri Pensieri. 

Poco m’importerebbe se non fosse quel personaggio internazionale che è, perché prima di tutto considero importanti quelle persone che mi affascinano per la loro simpatia e umanità, non solo per la notorietà!

Anche il Paolo Conte che leggo sui giornali è diverso da quello che ho “intravisto” osservando attentamente le sue esibizioni durante i concerti.

Dalle espressioni del viso immagino che diventi un tutt’uno con le canzoni che sta suonando e le viva tanto intensamente ed emotivamente da immedesimarsi in ciò che canta, divenendone l’interprete, sino a distaccarsi completamente dal mondo che lo circonda e non sentire nemmeno gli applausi del pubblico: è come se sul palco ci fosse solo Lui e la Sua Musica…
La voce e la musica di Paolo Conte non danno tregua ai miei pensieri e lascio che la sua immagine diventi simile ad un negativo fotografico, sbiadisca lentamente e si dissolva in uno specchio, tanto che intitolerei questo mio dialogo: “Immagini allo specchio: Paolo Conte o …Conte Paolo?”.

 

 

LA VOCE

Di strada Paolo Conte ne ha fatta molta: partito da Asti, in Piemonte, ben presto debutta da protagonista e diviene una delle voci più note della musica internazionale. 
Idolo dei concerti, approda in tutti i teatri del mondo, con un’interminabile serie di tournée che lo conducono all’Olympia di Parigi e a Londra, sino al mitico “Blue Note” di New York, il tempio storico del jazz. 

Qualcuno ha scritto che “gli strumenti di Paolo Conte sono tre: il piano, la voce e la mimica”.

Condivido questo pensiero: tutto il suo mondo ruota attorno a questi elementi che ne segnano l’evoluzione musicale e lo consacrano uno dei più grandi interpreti della musica internazionali.
Paolo Conte appartiene al pubblico musicalmente più colto e attento, quello della musica di prestigio, di cui è indiscusso sovrano. La voce non ha uguali e lui la sa usare magistralmente nel creare quell’atmosfera sognante che circonda le sue esibizioni.

Voce, dialogo, espressioni, ruotano attorno alle canzoni caratterizzate da una continua evoluzione artistica. La voce “recitante” è una nuova apertura musicale, le sue mimiche interpretazioni danno forma e consolidano un interprete innovativo: così prende “forma sonora” un nuovo stile di cantare, di fare musica.

La personalità magnetica, la perfetta sintonia fra voce, parole e musica, fanno di Paolo Conte una voce inedita, piena di sorprese, mentre le dita scorrono sulla tastiera inventando storie, situazioni tradotte in musica, da cui nascono le parole: soffusi, ovattati messaggi. 

A volte gli interpreti sono figure grottesche, immaginate e, complici della voce inconfondibile, custodiscono il segreto del successo di questo grande musicista.

Paolo Conte si serve della voce per incantare il pubblico deliziandolo con un’indiscussa bravura e a questa affida il messaggio canoro che si dissolve nel crescente applauso del pubblico, sempre più numeroso, attratto dalle sue storie fantastiche.

La voce è prota
gonista assoluta di un sogno musicale in cui ognuno di noi si lascia cullare mentre sogna il Sudamerica, un tango e un… gelato al limon, ma non mancano i sogni avvolti nelle verdi Milonghe; la mitica Topolino; i Mocambi; Parigi; Bartali.

L’impatto tra la sperimentazione di un nuovo timbro vocale e il pubblico è dirompente e lascia un segno profondo nell’evoluzione della musica di Paolo Conte. La voce ricerca in ogni suono un sostegno, un appoggio per le espressioni del viso: quelle “facce” che sono una delle componenti del successo e allargano i confini dell’interpretazione di chi sta recitando le sue canzoni e ha stregato il pubblico dei fan…

 

 

LE CANZONI

Le canzoni di Paolo Conte hanno affascinato una generazione e ancora incantano milioni d’individui sparsi in ogni parte del globo. Sono parole sussurrate, musiche che mettono insieme culture diverse, sotto la regia di un grande professionista: geniale e coinvolgente sa travolgere la platea che lo ascolta estasiata e termina in un delirio di applausi.

Lui e il suo pianoforte sono la storia che accomuna molti artisti con la passione nata dal piacere di svolgere l’attività scelta. Paolo Conte con la voce crea uno stile nuovo pronunciando le parole in modo diverso, inserendole in una musica ritmica inconsueta che piace al pubblico.

Lo stile originale fa di lui un interprete inimitabile e s’impone ad un élite: la musica è progettata per “intenditori”, per esperti, tesa verso qualcosa che non esiste più e fa ormai parte del passato denso di ricordi, ma è anche proiettata verso il futuro, verso la fantasia, per poi svanire nelle evanescenti illusioni di questo mondo di cemento…

La bravura nasce dalla maestria nell’evocare suoni, colori ed immagini di un’epoca tramontata, di luoghi mai visti. Parole e musiche si fondono in perfetta sincronia creando un magico connubio di suoni armoniosi.

I suoi personaggi sono spesso disperati, eccentrici, a volte buffi, patetici. Le canzoni narrano della sua provincia, d’immaginari viaggi nelle Americhe, e si muovono in danze latino-americane, come l’habanera, il tango, o la milonga. Nelle canzoni racconta di sé e delle radici astigiane intessendole con i sogni e la realtà, tramutandole in nostalgia e commozione, con un pizzico d’ironia.

Tutto appare come una ricerca etnica che Paolo Conte traduce in musica, manipolando suoni e voce con maestria e componendo un discorso musicale in cui ogni pezzo riassume un discorso infinito, in perenne metamorfosi.

Intesse sogno e realtà che tramuta in nostalgia, ricordi e immagini fantasiose, divenendo egli stesso protagonista di un discorso musicale. Nascono dei concerti in cui ogni spettatore diviene partecipe e il risultato è segnato dai trionfi che ogni volta lo consacrano “Uno dei più grandi interpreti della canzone”.

 

Alexander Màscàl

Filed Under: Tuttookay

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