I pendii del buon turismo sulle Colline Moreniche e dove nidifica la Cicogna bianca
Il Parco del Mincio svolge la sua attività di salvaguardia e valorizzazione dell’area protetta, su un territorio che presenta caratteristiche morfologiche, naturalistiche e paesaggistiche particolari e che si snoda lungo i 73 km. del fiume, dal basso Garda alla foce in Po. L’ente di gestione, come previsto dalle norme istitutive, è un consorzio formato da 14 enti: l’amministrazione Provinciale e i 13 comuni rivieraschi in territorio lombardo: Ponti sul Mincio, Monzambano, Volta Mantovana, Goito, Rodigo, Marmirolo, Curtatone, Mantova, Porto Mantovano, Virgilio, Bagnolo San Vito, Roncoferraro e Sustinente, mentre Peschiera del Garda e Valeggio sul Mincio entrambe sul fiume, ne sono escluse perché in Regione Veneto non sono state adottate norme analoghe. Il Parco ha un Consiglio d’amministrazione e un’Assemblea, Presidente, Maurizio Pellizzer e dal Direttore, Cinzia De Simone, con un organico di nove persone che, coadiuvate da alcuni consulenti, operano nei settori ambiente, agricoltura, territorio, comunicazione ed educazione ambientale oltre che nella gestione delle diverse procedure amministrative e finanziarie dell’ente. Sul territorio vi sono le Guardie Ecologiche Volontarie che hanno compiti di ispezione ma anche di informazione ai cittadini, con l’obiettivo di evitare danni all’area protetta. Il Parco dispone anche il nucleo antincendi boschivi.
“I Pendii del Buon Turismo: sulle colline si coltiva il bello”, realizzato dal Parco in collaborazione con il Gal Colline Moreniche del Garda per promuovere le eccellenze che impreziosiscono i territori del river front mantovano. Parte dal cuore della riserva naturale “Valli del Mincio”, la wetland interna più vasta e preziosa d’Italia, riconosciuta destinazione EDEN d’Eccellenza, insieme ai borghi rivieraschi di Rivalta sul Mincio, Soave e Grazie e prosegue lungo i crinali delle colline moreniche, nella riserva naturale di Castellaro Lagusello, e fare tappa nei presidi dell’enogastronomia locale come Monzambano, Città dell’Olio e del Vino, e il suo entroterra, e nei luoghi che sono ancora oggi vibrante emblema della storia risorgimentale, su tutti Solferino, la leggendaria Spia d’Italia. Nel territorio del Parco del Mincio si intersecano storia, arte, ambiente. Sono molte le mete che si aggiungono ai luoghi organizzati di visita dell’area protetta (i centri parco Bertone e Rivalta) o alle Riserve Naturali o Siti di importanza comunitaria di Castellaro Lagusello, Valli del Mincio, Vallazza, Chiavica del Moro e la Riserva Naturale Statale Bosco della Fontana che si possono incontrare lungo gli itinerari segnalati o nelle loro immediate vicinanze. Dai castelli della zona delle Colline Moreniche al percorso realizzato lungo le rive dei laghi di Mantova e che costeggia la reggia dei Gonzaga, dal sito Etrusco del Forcello a simboli della biodiversità come la quercia secolare di Sacca.
Questa una prima selezione che viene periodicamente arricchita con nuove proposte. La localizzazione nella mappa vi aiuta a trovare e raggiungere questi luoghi. La riserva naturale Valli del Mincio e i borghi rivieraschi di Rivalta, Grazie e anche Soave sono stati insigniti del riconoscimento di “destinazione turistica di eccellenza” nell’ambito del progetto comunitario “Eden 2009 – Turismo e aree protette”, collocandosi al terzo posto di una ristretta graduatoria di cinque aree selezionate tra le 55 che a livello nazionale avevano concorso al bando. EDEN è l’acronimo di “European Destinations of Excellence”. Le Valli del Mincio sono un luogo eccezionale, dove la natura si incontra con la vita di tante comunità, un luogo che ha ottenuto un importante riconoscimento di valorizzazione turistica, che si somma agli altri che ne sottolineano la straordinaria valenza naturalistica. Questo straordinario habitat è dunque un piccolo Eden, ricco di potenzialità nazionali e internazionali, per conoscerlo, in bici, in barca o in canoa. Tra le destinazioni turistiche d’eccellenza selezionate nel progetto europeo EDEN ma anche tour tra i castelli delle Colline Moreniche del Garda, escursioni fluviali nel basso Mincio e altre tappe emozionanti, come l’osservazione dei nidi di cicogne alle Bertone, le pagaiate tra i canneti, le biciclettate lungo le svariate decine di chilometri di piste ciclopedonali che attraversano il parco o che – come la gettonatissima Mantova-Peschiera – costeggiano il Mincio dal suo sbocco dal Garda e fino al capoluogo abbracciato dai tre laghi di Mantova.
Come il famoso “Gran Tour” ottocentesco che, a partire dal XVII secolo, portò molti giovani dell’aristocrazia europea a perfezionare il proprio bagaglio culturale attraverso viaggi che iniziavano e terminavano in una stessa città, anche questo itinerario vuole condurre i visitatori a perfezionare il proprio sapere.
Attraverso questo suggestivo percorso si potrà approfondire aspetti storico-culturali e naturalistico-paesaggisticidei territori pertinenti le Valli del Mincio. Avendo come punto di partenza e d’arrivo un qualsiasi accesso presente lungo il tragitto, il percorso si snoda seguendo il perimetro esterno delle Valli, portando poi il visitatore fino al suo cuore più nascosto, passando dalla bicicletta alla barca. Con le azioni di sistema del Progetto integrato d’area “Terre del Mincio – Water front dal Garda al Po“ che ha visto il Parco de
l Mincio ente capofila, sono state attuate diverse azioni di valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale presente lungo l’asta del fiume Mincio.Tra queste sono stati elaborati studi e itinerari turistici tematici dedicati agli aspetti storici (Borghi, castelli e forti: il Mincio e la guerra, articolato in quattro percorsi) e alla valorizzazione degli scavi archeologici (Archeomincio), con ulteriori quattro proposte di percorso). Presso il Bosco delle Bertone, è in atto un progetto per la reintroduzione della Cicogna bianca, iniziativa che si propone di costituire, all’interno del Parco, un nucleo stabile di Cicogne bianche nidificanti, intervenendo artificialmente per indurre lo stabilirsi di un “legame territoriale” negli animali.
II territorio circostante il centro è particolarmente idoneo per le esigenze della specie, come confermano le sempre più frequenti soste di Cicogne in migrazione. Dopo un primo tentativo di nidificazione nel 1990, nel marzo 1994 sono arrivate dalla Svizzera le prime dodici Cicogne. Nel 1996, entro ampie voliere, sono nati i primi piccoli. Dall’anno seguente è iniziato il rilascio delle Cicogne, che nei territori circostanti hanno trovato cibo in abbondanza. La prima coppia libera ha costruito il nido su un’alta piattaforma presso il centro, seguita da diverse altre negli anni seguenti. Talvolta si sono formate in libertà anche coppie miste, costituite da un individuo rilasciato e da uno selvatico fermatosi durante la migrazione primaverile. Da allora il volo delle Cicogne attorno al Parco del le Bertone è uno spettacolo consueto e sono frequenti gli “incontri ravvicinati” così questi uccelli nei prati circostanti. La speranza è che le Cicogne vadano a costruire i loro nidi sempre più lontano dal centro vivendo sempre più Ibere e indipendenti nei nostri cieli contribuendo così al recupero della specie nell’Europa occidentale. II progetto del Parco del Mincio ha preso avvio in stretta collaborazione con la Swiss White Stork Society (Altreu, Svizzera) e rientra nei programmi dell’International White Stork Working Group-Western Population. Perché la Cicogna? Perché si tratta certamente di un uccello del tutto particolare, che da tempi lontanissimi ha legato la sua esistenza alla nostra, pur mantenendo la natura selvatica. In un “Centro Cicogna” l’approccio con il mondo animale, pur essendo molto facile, è fra i più positivi: si osservano uccelli che non hanno alcun timore dell’uomo ma nello stesso tempo vivono liberi in grandi spazi, volano altissimi nel cielo e mantengono il comportamento proprio della specie.
I progetti finalizzati alla sua salvaguardia sono gli stessi che consentono la protezione e la ricostituzione delle zone umide. Inoltre, alla Cicogna servono zone idonee di svernamento in Africa, le stesse che sono indispensabili per una grande massa di migratori europei, aventi l’assoluta necessità di trovarvi il cibo durante l’inverno. La Cicogna non deve incontrare fucili lungo la rotta migratoria, grave problema per molti altri uccelli, soprattutto quelli in maggior pericolo di estinzione. Per la Cicogna deve diminuire il rischio di folgorazione con le linee ad alta tensione, causa importante di mortalità per moltissime specie di uccelli. La Cicogna ha bisogno di alimenti privi di pesticidi, necessità che hanno tutti gli altri viventi, uomo compreso. Ed è proprio grazie alla Cicogna bianca che, nell’aprile 1994, si è potuto organizzare a Basilea (Svizzera) un simposio internazionale, con più di 230 partecipanti provenienti da 23 Paesi dell’Europa e dell’Africa con il proposito di sviluppare dei piani di azione comuni in favore della popolazione occidentale della specie.
Le cicogne bianche ospitate nel centro cicogna e quelle selvatiche richiamate dalla loro presenza sono ben osservabili dalle Bertone (apertura da metà marzo a inizio novembre, giorni festivi dalle 10 a un’ora prima del tramonto, altri periodi su prenotazione per gruppi).
In primavera i loro voli si fanno incessanti per la costruzione del nido e poi per portare il cibo ai piccoli nati. Questa fase della vita della cicogna è ripresa da una telecamera puntata su uno dei nidi che permette di assistere in diretta alle fasi di cova, di accudimento dei piccoli e delle loro prive di volo. Per valorizzare il progetto di reintroduzione. Alle cicogne del Parco è anche dedicata una piccola sezione di oggettistica disponibile al book shop del Centro parco Bertone.
Tutte le info sulle attività sono nelle news: www.parcodelmincio.it
Testo e foto di Jimmy Pessina