Una volta tanto lasciamo a casa l’auto e dimentichiamo scarponi e zaino: prendiamo il treno e passiamo una giornata fra boschi, ghiacciai eterni, cime altissime e villaggi da favola
Entriamo per qualche ora, in una dimensione quasi d’altri tempi, quando le prime macchine a vapore apparivano inarrestabili simboli del progresso, strumenti che avrebbero permesso di abbattere le distanze e valicare le montagne senza fatica. Ma la velocità dell’evoluzione tecnologica è stata superiore a quella dei primi sbuffanti treni, che sono stati presto sostituiti da locomotive futuristiche. Qua e là, tuttavia, permangono isole di “resistenza”, soprattutto dove non è stato possibile cambiare le cose o dove la sopravvivenza del trasporto è stata mantenuta anche grazie ad un suo utilizzo turistico.
È il caso della celebre tratta della Ferrovia Retica che collega Tirano, in Valtellina, con St. Moritz, in Engadina. Causa l’altitudine del Passo del Bernina, unico verso Nord, questo piccolo lembo di Svizzera italiana, nelle cattive stagioni, sarebbe spesso isolato a causa delle abbondanti nevicate. Costruita col massimo rispetto dell’ambiente, la Ferrovia del Bernina è, oggi, uno dei maggiori motivi d’attrazione di questa fascia di territorio italo-svizzero e il “Trenino Rosso” che la percorre è diventato, esso stesso, parte integrante del fantastico paesaggio alpino che gravita attorno ai quattromila metri del Pizzo Bernina.
Il tracciato collega i più importanti centri turistici del Cantone dei Grigioni: Arosa, Thusis, Landquart, Disentis, Davos, Kloster, Samaden-St. Moritz, alla capitale Coira. Inoltre, un “braccio ferrato” esce dai confini cantonali per proseguire verso Ovest per arrivare a Zermatt, nel Vallese, ai piedi del mitico Cervino. Si tratta insomma di un piccolo treno delle Alpi che può prestarsi magnificamente ad un viaggio di grande relax, liberi dal pensiero della guida. La tratta che unisce Tirano a St. Moritz attraverso il Passo del Bernina fu realizzato fra il 1906 ed il 1910, anno in cui fu inaugurata. Alcuni anni più tardi fu resa possibile anche la percorrenza invernale, grazie all’adozione di particolari spartineve che ancora oggi vengono collocati davanti alla locomotiva.
La progettazione dell’opera fu alquanto difficile e laboriosa in quanto occorreva superare tratti di notevole pendenza, senza ricorrere all’avanzamento tramite cremagliera. Per questo fu utilizzato un binario a scartamento ridotto e, in alcuni punti, furono create opere che consentivano una più dolce “distribuzione della pendenza, aumentando artificialmente lo sviluppo del percorso: Con una lunghezza di 60,6 km, la linea supera pendenze massime del 7% e raggiunge i 2353 metri del Passo del Bernina, record assoluto d’altezza europeo per un treno senza cremagliera. Sul percorso ci sono 13 gallerie, per un totale di 4,072 km, e numerosi tornanti: quello più stretto ha un raggio di curva di 45 metri. Questo spettacolare ed indimenticabile percorso ferroviario inizia a Tirano, stazione terminale della linea delle FS proveniente da Milano.
La cittadina offre numerosi spunti d’interesse turistico, fra i quali spicca il Santuario della Madonna di Tirano. Il trenino sfila nel cuore dell’abitato e passa alle spalle il Santuario, per iniziare subito la salita della Val Poschiavo. Poco dopo il confine italo-elvetico siamo a Campocologno, prima fermata. Il binario si porta sul versante opposto della valle attraversando il torrente Poschiavo e transita per Campascio, attaccando una nuova salita che ci porterà a Brusio. In questo tratto s’incontra la principale delle opere costruite per ridurre la pendenza del tragitto: una magnifica rampa elicoidale mediante la quale il trenino può facilmente prendere quota e superare un dislivello di ben 30 metri.
La valle nel frattempo si è allargata: non potrà sfuggire al viaggiatore l’ordine urbanistico dei piccoli centri abitati, la cura con cui sono tenuti prati ed i boschi; sembra di essere finiti dentro uno di quei plastici con trenino tanto cari a grandi e piccini. Lasciata Brusio la salita riprende e il treno valica lo sbarramento naturale che, secoli or sono, creò il Lago di Poschiavo. Al termine della salita ecco infatti apparire il lago, mentre la valle si allarga ulteriormente e nelle acque cristalline si specchiano i giganti ghiacciati del Bernina.
Dalla Stazione di Miralago si può partire per effettuare il giro del lago. Dall’altro capo del lago si trova la fermata di Le Prese oltre la quale si percorrono vaste praterie del fondovalle, punteggiate da lindi paesini e, infine, si entra nel capoluogo della valle: Poschiavo. Anche in questo bellissimo paese alpino, il vostro sguardo sarà attratto dalle rocce biancheggianti della vetta del Sassalbo. Poco dopo Poschiavo, la ferrovia entra e risale nella Val di Pila. Il treno inizia così la sua faticosa marcia attraverso magnifici boschi e, arrancando prende quota con numerosi tornanti. Fitte abetaie punteggiate da verdi radure, roccioni e i primi biancori dei ghiacciai fanno somigliare questo tratto ad un paesaggio delle Montagne Rocciose.
La lunga salita ha una sua prima pausa nella stazione di Cavaglia, riposante conca prativa fra boschi e punto di partenza per numerose gite. Poco sopra Cavaglia si trova la stazione dell’Alpe Grum, uno dei punti panoramici di maggior interesse del percorso. D’inverno da qui si parte per alcune delle più belle gite scialpinistiche del gruppo del Bernina, mete privilegiate il Piz Veruna e, soprattutto, il Piz Palù 3905 m. La nostra salita sta per finire. Ancora una serie di tornanti e poi, attraverso un valloncello, il treno rosso s’avvia verso il Passo del Bernina. Raggiunto il Lago Bianco, il trenino ne lambisce le sponde e, poco dopo, si ferma alla stazione dell’Ospizio del Bernina, punto più elevato del percorso.
D’inverno da qui si parte per alcune delle più belle gite scialpinistiche del gruppo del Bernina, mete privilegiate il Piz Veruna e, soprattutto, il Piz Palù 3905 m. La nostra salita sta per finire. Ancora una serie di tornanti e poi, attraverso un valloncello, il treno rosso s’avvia verso il Passo del Bernina. Raggiunto il Lago Bianco, il trenino ne lambisce le sponde e, poco dopo, si ferma alla stazione dell’Ospizio del Bernina, punto più elevato del percorso. Sulla sinistra dominano i ghiacciai e le vette brizzolate di neve del Cambrena, del Piz d’Arlas e del Sassal Mason. Lasciato il valico e l’Ospizio s’inizi la discesa della Val Bernina che confluisce nell’Engadina all’altezza di Celerina e Samedan. Dopo un breve tragitto ecco le successive stazioni di Lagalb, Diavolezza. Pochi chilometri ancora attraverso il paesaggio incantato della alta Engadina e si raggiunge St. Moritz. Questa stagione offre al viaggiatore qualcosa ancora più affascinante, una sensazione quasi magica: il trenino rosso scalando un paesaggio da fiaba nel cuore delle Alpi ammantate la neve ed il vento che soffia e le montagne ghiacciate e abbaglianti fanno vivere un viaggio indimenticabile.
Jimmy Pessina