Dalle incisioni rupestri della Valle Camonica alla più grande fortezza napoleonica d’Italia 5 mete insolite e curiose in Provincia di Brescia, Capitale Italiana della Cultura 2023
Dalla Brescia sotterranea agli affascinanti enigmi dei “pitoti” della Valle Camonica, il più grande complesso di incisioni rupestri finora scoperto al mondo e Patrimonio Unesco, dalla più grande fortezza napoleonica d’Italia alla miniera in Val Trompia dove si stagionano oltre 1.000 forme di formaggio, la provincia di Brescia è ricca di luoghi insoliti, curiosi (e a volte misteriosi) che garantiscono il fascino della sorpresa. Per itinerari stimolanti e mai banali fra natura, arte, gusto.
Brescia sotterranea
Un volto sicuramente inatteso di Brescia, con Bergamo Capitale Italiana della Cultura 2023, è quello che si può scoprire nel sottosuolo del suo centro storico. Un labirinto di rogge sommerse, antichi fiumi, canali sotterranei, che raccontano un’epoca lontana in cui i corsi d’acqua erano al centro degli scambi commerciali e delle attività economiche. Grazie alle visite organizzate dall’Associazione Brescia Underground ci si può avventurare in gallerie sotterranee e lungo tracciati scavati da corsi d’acqua sommersi, per scoprire aspetti sconosciuti della storia della città e visitare ambienti sotterranei realizzati in epoche e con funzioni diverse. Le emozioni proseguono poi tra grotte e segrete del Castello, dove con l’Associazione Speleologica Bresciana si va alla scoperta degli ambienti sotterranei rinvenuti nel corso degli scavi archeologici sotto il Colle Cidneo. Il tour si snoda fra torri, polveriere, cisterne idriche fino al Mastio Visconteo e al triangolo fortificato, lungo un articolato sistema di camminamenti, cunicoli e gallerie, che tocca opere ipogee romane, zone sotterranee realizzate per motivi bellici durante il dominio veneto ed altri suggestivi ambienti.
Le Fate di Pietra di Zone e il Bosco degli gnomi
Altissimi pinnacoli in pietra, sormontati da grandi massi, a mo’ di cappello: la loro strana forma ha fatto da sempre fantasticare, tant’è che la gente del posto li chiamava Fate di Pietra. Le Piramidi di Zone, da dove si aprono spettacolari scorci panoramici sulla sponda settentrionale del lago d’Iseo, è il luogo scelto dalla natura per dare forma alle proprie creazioni, frutto dell’erosione provocata dal gioco tra l’acqua e il terreno di origine morenica. In questa galleria d’arte involontaria, si sono create, nel corso delle ere, le più imponenti piramidi di erosione d’Europa, che raggiungono i 30 m d’altezza e gli 8 m di circonferenza. All’interno della Riserva naturale a esse intitolata, un percorso di circa un’ora – con tabelle esplicative delle caratteristiche del territorio e delle dinamiche del fenomeno – permette l’accesso a questo spettacolo. Poco distante, un altro luogo magico, il Bosco degli gnomi, dove si snoda un sentiero fiabesco. Tra uno gnomo innamorato e un’aquila reale, una protettiva mamma orsa e una simpatica volpe, nel Bosco degli Gnomi è impossibile sentirsi soli. Ben 44 sculture, tutte opere dello scultore-contadino Luigi Zatti, custodiscono il sentiero e i visitatori regalando un’escursione memorabile che piace a tutti, grandi e piccini.
Gli enigmi delle incisioni rupestri della Valle Camonica
Il racconto del mondo preistorico illustrato sulle rocce, un’opera d’arte colossale che va dal lago d’Iseo fino a Ponte di Legno, in ben 180 siti: le incisioni rupestri della Valle Camonica, con i loro enigmi e simboli, sono un patrimonio storico ed artistico eccezionale, primo sito italiano dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità nel 1979. Un tempo la gente del luogo le chiamava “pitoti” (cioè fantocci) e pensava che a tracciarli sulle rocce, nelle sere di luna piena, fossero state le streghe con magici rituali. Si tratta del più grande complesso di incisioni rupestri del mondo: circa 200.000 figure eseguite nell’arco di oltre 12 mila anni, dal Paleolitico al periodo Romano. A determinarne il fascino, non sono solamente l’imponenza e l’estensione, ma anche il messaggio che trasmettono. Vi si legge infatti la storia di un popolo, che potrebbe essere emblematicamente considerata la storia della civiltà europea. Negli 8 parchi archeologici dedicati, una chiara cartellonistica consente di districarsi in questo fantastico e complesso linguaggio figurato su massi di varie forme e dimensioni. La maggior concentrazione di incisioni si ha nella zona di Capo di Ponte, dove si trova il Parco Nazionale di Naquane, in cui sono incise su 104 rocce oltre 30.000 figure, il maggiore raggruppamento scoperto al mondo: scene di vita quotidiana (caccia, guerra, allevamento, agricoltura) e simboli, non tutti di facile interpretazione, come le così dette “palette”, le spirali, la rosa camuna (scelta come simbolo per la Regione Lombardia.
La Rocca d’Anfo, la più grande fortezza napoleonica d’Italia
A picco sul lago d’Idro, la Rocca d’Anfo è la più grande fortezza napoleonica d’Italia. Come in tutti i manieri, anche qui aleggiano i fantasmi. Narra infatti un’antica leggenda che due ufficiali napoleonici, un Capitano e un Tenente, si sfidarono a duello per amore della bellissima Jole, morendo entrambi. Da allora i loro fantasmi presidiano la Rocca, mentre, forse, litigano ancora per amore. Al di là della leggenda, la Rocca, imponente e vastissima, non può che colpire la fantasia per le intricate vicende di cui fu scenario, la complessa struttura, la straordinaria posizione panoramica. Le prime fortificazioni, volute dai Visconti, sembrano risalire all’inizio del 1300. Oggi è articolata in un insieme di fortificazioni che, nel tempo, si sono estese per ben 50 ettari su una fascia di terreno di forma triangolare incastonata tra la riva del lago d’Idro e il versante del monte Censo, fino a raggiungerne quasi la cima, con un dislivello che va dai 371 ai 1050 metri. Due i nuclei principali: la rocca veneziana, la più antica, a sud e quella napoleonica, che orla la parte settentrionale della montagna. Visitarla è una piacevole e sportiva avventura e richiede scarponcini da trekking. Si può scegliere fra 2 itinerari di varia lunghezza, tutti percorribili solo con guida: il Percorso Napoleonico e il Percorso dalla Serenissima al Regno d’Italia.
La Miniera dove si stagiona il Formaggio Nostrano DOP di Valle Trompia
Molte, in provincia di Brescia, anche le curiosità che riguardano cibi e vini. Sicuramente insolita, ad esempio, è la Stagionatura in miniera del Formaggio Nostrano DOP di Valle Trompia. Ad ospitare le forme in affinamento è la Miniera di Graticelle a Bovegno, aperta nel 1892 per sfruttare i promettenti filoni d’argento. Nel 1898, a causa del crollo del prezzo dell’argento, fu però chiusa e cadde in stato di abbandono fino a quando il Consorzio di Tutela Nostrano Valtrompia DOP non pensò di utilizzare la sua bellissima galleria lunga quasi 200 m per riporvi a stagionare il pregiato Nostrano Valtrompia DOP. Era il 2017. Da allora il sito di stagionatura si è sviluppato, fino ad accogliere più di 1.000 forme di formaggio: non solo Nostrano Valtrompia DOP, ma anche Formaggelle di Collio e di Bovegno e altre piccole produzioni di formaggi bresciani. La galleria di Graticelle, dove le forme vengono fatte stagionare per più di un anno, è aperta al pubblico per visite guidate, secondo un calendario prestabilito. È possibile acquistare in loco il formaggio e gustarlo partecipando a degustazioni guidate.
Fonte e Immagini: www.visitbrescia.it
Paolo Alciati