Un itinerario che intreccia fede, arte e paesaggi, ma che trova nel cibo e nella convivialità la sua anima più autentica. Perché camminare significa anche sedersi a tavola, condividere un pasto, assaporare tradizioni che parlano di comunità

Il Giubileo 2025 è un evento globale, ma per molti è anche l’occasione per vivere Roma e i suoi dintorni in modo nuovo. Non solo come meta spirituale, ma come esperienza lenta e profonda: Cammini verso Roma è il progetto che accompagna lungo gli ultimi tratti di tre vie storiche — la Via Francigena del Sud, la Via di Francesco e la Via Francigena del Nord.

Castel Gandolfo: la tavola tra lago e papato
Si parte da Castel Gandolfo, borgo affacciato sul lago Albano, per secoli residenza estiva dei papi. Oggi si racconta anche attraverso il Borgo Laudato Si’, progetto voluto da Papa Francesco, che unisce sostenibilità, spiritualità e ricerca sull’economia circolare.
Qui, però, è la cucina a sorprendere: al ristorante Arte e Vino, il viaggio sensoriale è tanto nei piatti quanto negli ambienti. Ogni sala è una Wunderkammer piena di oggetti curiosi; in tavola, ricette della tradizione laziale (come l’abbacchio o la pasta alla gricia) vengono servite con un tocco contemporaneo.

La Francigena del Sud: il cammino del gusto tra fragoline e vino in anfora
Il percorso inizia con la seconda tappa della Via Francigena del Sud, da Castel Gandolfo a Velletri, attraverso il Parco dei Castelli Romani che in autunno diventa una sinfonia di gialli e di rossi.
Camminando verso Nemi, il lago vulcanico si specchia nelle colline e l’aria, questo però solo in primavera, si profuma di fragoline di bosco, simbolo indiscusso del borgo.

Le fragoline di Nemi: piccole ma iconiche
Coltivate da secoli sulle sponde del lago, le fragoline di Nemi hanno un profumo intenso e un gusto zuccherino. La tradizione le vuole servite in crostatine, ma vengono usate anche per marmellate, liquori e persino piatti salati. Un assaggio, quindi, di una di queste prelibatezze anche in questa stagione è d’obbligo perché racchiude la poesia del territorio.
Poco distante, la Cantina Biologica Colle di Maggio porta in scena un’altra eccellenza: il vino affinato in anfore di terracotta di diversa porosità. Un metodo ancestrale che regala al vino una freschezza unica. Ogni bottiglia ha un’etichetta creata da studenti della Scuola d’Arte di Velletri, trasformando il vino in una vera opera d’arte.

Vino in anfora: un ritorno al passato
L’uso delle anfore risale all’epoca romana e oggi vive una nuova stagione. Rispetto al legno, la terracotta permette al vino di respirare più lentamente, mantenendo intatti aromi e mineralità. Il risultato? Vini eleganti, puri, con un forte legame alla terra.
A Velletri, città ricostruita dopo la guerra, il cibo diventa memoria: dalle minestre di legumi alle pizze rustiche, passando per i formaggi ovini e i vini locali. Qui la tavola racconta resilienza e identità.

La Via di Francesco: tra verde urbano e dolcezze papali
Il secondo giorno conduce lungo la ciclabile dell’Aniene, tra orti urbani e graffiti. È un percorso che mostra come anche una grande città possa rigenerarsi attraverso chilometri immersi nel silenzio del verde urbano. Questa tappa è dedicata all’architettura con un percorso che passa per l’Auditorium Parco della Musica, progettato da Renzo Piano. Non è solo un complesso di sale concertistiche, ma un vero polo culturale che custodisce tre musei affascinanti: quello degli strumenti musicali, dove spiccano un raro Stradivari e un mandolino di Tecchler; quello archeologico, che racconta la storia di Roma attraverso reperti unici, e infine la collezione privata del Maestro Sinopoli, scrigno intimo di passioni e memorie.
Pochi passi più in là si incontra il MAXXI, il Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo firmato da Zaha Hadid. La sua architettura dinamica e fluida è già di per sé un’opera d’arte, ma ciò che colpisce è il suo continuo fermento: spazi aperti, mostre immersive, lecture e performance che trasformano ogni visita in un’esperienza sempre diversa.
Lasciato alle spalle il MAXXI, si attraversa il ponte pedonale sul Tevere e ci si ritrova in un angolo quasi segreto: il lungofiume del Foro Italico, oggi interamente pedonale. Qui Roma sorprende con un paesaggio inatteso, fatto di silenzi acquatici, voli d’uccelli e piccole barche che scivolano lente sull’acqua. La passeggiata conduce a uno degli scorci più emozionanti della città: la vista di Castel Sant’Angelo, imponente e poetico, punto d’incontro ideale tra la Roma sacra e quella laica, proprio sulla soglia della Via della Conciliazione.
Questo itinerario di circa 18 chilometri, pur nel cuore della Capitale, regala la sensazione di camminare immersi nel verde e nel silenzio, rendendo la tappa finale della Via di Francesco un percorso indimenticabile.

Gelati tutti da gustare
Il finale però, è tutto in dolcezza, dopo essere passati per il civico 7 di via della Conciliazione, dove i pellegrini e viaggiatori possono richiedere il Testimonium, l’attestato ufficiale del cammino compiuto, la seguente sosta è alla gelateria Padrón, in via Gregorio VII. Questa gelateria si dice fosse la preferita da Papa Francesco per il dulce de leche. Un gusto che unisce Roma e l’Argentina, simbolo di contaminazione culturale.
Se siete amanti del gelato, Roma offre da sempre gusti tradizionali e innovativi: dalle gelaterie storiche del centro ai laboratori artigianali che sperimentano gusti con materie prime del Lazio (la nocciola dei Monti Cimini o la ricotta romana DOP). Un patrimonio gastronomico che unisce tradizione e creatività.
La Francigena del Nord: brindisi panoramici e street food
Il terzo giorno si percorre la Via Francigena del Nord, partendo da Giustiniana e arrivando a Monte Mario, attraverso il Parco dell’Insugherata. Un’alternativa affascinante al percorso classico verso Monte Mario è il Parco Lineare di Monte Ciocci, nato dal recupero di una vecchia ferrovia. Qui la passeggiata regala uno dei punti panoramici più emozionanti di Roma: dalla terrazza di Monte Ciocci la cupola di San Pietro sembra a portata di mano, quasi da sfiorarla. Poco prima di arrivare al belvedere c’è un piccolo chiosco, Il Casotto, un’iniziativa nata dal basso, in zona Balduina, semplice ma autentico, dove fermarsi per una pausa gustosa. Panini, piatti veloci e genuini serviti in un’atmosfera rilassata: un’alternativa perfetta alla ristorazione turistica che affolla i dintorni del Vaticano, per assaporare Roma in modo più autentico e spontaneo.
È qui che l’esperienza gastronomica diventa più semplice e popolare: un calice di bianco dei Castelli Romani, una birra artigianale capitolina, un supplì appena fritto.
Street food romano: il cammino del quotidiano
Roma è anche cibo da strada: supplì al telefono, pizza bianca con mortadella, panini con porchetta, filetti di baccalà. Sapori veloci ma profondamente identitari, che raccontano la città meglio di qualsiasi guida.

Roma da gustare passo dopo passo
I Cammini verso Roma sono molto più di un itinerario spirituale. Sono un viaggio di sapori che parte dalle fragoline di Nemi e arriva ai gelati papali, attraversando vini in anfora, pizze rustiche e street food.
Camminare significa rallentare, ma anche fermarsi, condividere, scoprire come una crostatina, un calice di vino o un supplì possano raccontare un territorio quanto un monumento o un museo.
Roma, così, si rivela con un’altra voce: non quella dei selfie e delle folle, ma quella di una città che si assapora con lentezza.
In cammino con Sloways
Se l’idea di organizzare tutto da soli vi spaventa, c’è chi da oltre vent’anni trasforma i cammini in esperienze senza pensieri. Sloways, tour operator italiano specializzato in viaggi a piedi e in bicicletta, conosce a fondo i grandi percorsi storici in Italia e all’estero e li propone con un approccio attento alla sostenibilità e al coinvolgimento delle comunità locali. Grazie al supporto logistico e a guide esperte del territorio, ogni itinerario diventa accessibile anche a chi si affaccia per la prima volta al mondo del trekking.
INFO
Silvia Donatiello


