Isole Grenadines e Saint Vicente – Caraibi.
Le spiagge al top delle vacanze tropicali nell’incantevole collana di terra emersa tra Cuba e l’America del Sud, queste destinazioni che riassumono la quintessenza del sogno esotico e che, anche in tempi di vacanze di massa, restano pur sempre il fondale preferito dal nostro immaginario di fughe, avventure e nostalgie.
Tutto cominciò con Cristoforo Colombo, mezzo millennio fa. Appena mise piede a Santo Domingo, guardando le lunghe spiagge bianche, il mare turchino, il rosso dei coralli, Colombo fu immediatamente colpito da un pensiero che poi corse a trascrivere nel suo diario, “Questa è terra da desiderare e, vista che la si abbia, da non mai più abbandonare”.
Cinquecento anni dopo, ogni volta che si arriva ai Caraibi, anche chi non conosce quel passo di Colombo viene colpito dalla stessa sensazione. Il viaggio del marinaio genovese è passato alla storia come il viaggio che portò alla scoperta dell’America ma, in realtà, Colombo scopri forse qualcosa di più importante, di sicuro più bello, scopri i Caraibi.
Un mare tranquillo, il clima fantastico tutto l’anno: è il fascino dell’arcipelago di Saint Vincent e Grenadines, un centinaio di isolette tra le barriere coralline. Un aquilone con la coda è stato definito questo arcipelago con la testa grossa, St. Vincent, seguita da una fila di isolette, le Grenadines, quasi capocchie di spilli, infilzati nello smeraldo del mare. l’isola grande è montuosa e conserva una dorsale vulcanica.
Le piccole, la maggiore, Carriacou, misura 18 kmq, alcune sono poco più di uno scoglio: comunque solo 8 sono abitate, e giocano a fare il catalogo dei Caraibi, basta saltare dall’una all’altra ed ecco spiagge da cartolina, paesaggi montuosi, villaggi di pescatori, ville hollywoodiane, colline inesplorate e superbe scogliere. Tutte insieme, grandi e piccole, formano uno Stato, indipendente dalla Gran Bretagna dal 1979. Essenzialmente britannico dunque, ma nella sua qualità di ex colonia francese (le due potenze se lo scambiarono tre volte), tradisce qua e là una cultura gallica. Non è raro trovare in alcune isole minori una certa affinità con Martinica e Guadalupa.
St Vincent è il maggior produttore di arrowroot, una specie di fecola che si usa per fare biscotti e la carta del computer. Il porto di Kingston, la capitale, con le sue stradine acciottolate e i portici in mattone, è una raffinatezza sconosciuta nelle altre isole dell’arcipelago. Le quali, se sono molto più povere dal punto di vista economico, sono state prescelte da n turismo più elitario.
Basti dire che a Mistique sono sorte ville che non sfigurerebbero a Beverly Hills. Con proprietari che si chiamano, Mick Jagger, Margaret d’Inghilterra, David Bowie, e campioni dello sport, uno per tutti, Niki Lauda. Ai cacciatori d’autografi si consiglia l’appostamento al “basil Bar”, è qui che il mercoledì si riunisce per spettacolari grigliate a base d’aragosta. Altre occasioni potrebbero capitare nei porticcioli di Bequia, Canouan, Mayreau, in quello minuscolo di Union Island, i principali punti d’approdo degli yacht, o delle barche a vela. Tranquillità che non è sinonimo di noia, soprattutto se si amano gli sport acquatici di ogni tipo. L’arcipelago è famoso per le sue spiagge e i suoi chilometri di scogli adatti alle immersioni e alle esplorazioni sub, ed è altrettanto celebre per le innumerevoli insenature, vero paradiso di chi fa vela.
Jimmy Pessina
Credit Photo Jimmy Pessina