
Nel mondo della ristorazione, trovare un locale che riesca a coniugare ingredienti di alta qualità, preparazioni raffinate e un’attenzione particolare ai dettagli è sempre una piacevole scoperta. Recentemente, abbiamo avuto il piacere di visitare un ristorante che si distingue proprio per questa capacità, offrendo un’esperienza culinaria che unisce passato e modernità, semplicità e raffinatezza con sapori classici e tocchi di creatività.
La cucina istintiva di Antonio Di Leo è il caloroso benvenuto di Cà del Profeta, il prestigioso relais di Montaldo Scarampi (At), immerso tra le suggestive colline del Monferrato e creato dal celebre calciatore brasiliano Anderson Hernanes. Questo luogo unico non è solo un rifugio di charme, ma anche un vero e proprio tempio del vino biologico: nei quattro ettari di vigneti che circondano il ristorante, Hernanes, soprannominato “Il Profeta”, coltiva con passione e rispetto per la natura le principali denominazioni locali, tra cui la Barbera d’Asti Docg “Efraim”, “Profezia”, il Grignolino d’Asti Doc “Saudade” e il Brachetto Doc “Momentum”. Questi vini, profondamente radicati nel carattere piemontese, sono pensati per conquistare non solo il mercato italiano, ma anche quello internazionale, con un occhio di riguardo al Brasile, dove questa tipologia di vino è particolarmente apprezzata dalla ristorazione.
Inaugurato nel 2021, Cà del Profeta è molto più di un semplice resort: è un’oasi di lusso e benessere che combina eleganza, comfort e autenticità. Con cinque camere esclusive, una spa rigenerante, una piscina, una cantina di pregio e un ristorante di livello superiore, questo luogo è pensato per offrire un’accoglienza a 360 gradi. Realizzato con pietre e legni locali e arredato con design moderno e caldo, rappresenta un perfetto connubio tra radici storiche e creatività contemporanea. Il suo ristorante, che ha ottenuto due forchette dalla Guida del Gambero Rosso 2025 ed è premiato come Corona Radiosa dal Golosario 2025 di Paolo Massobrio e Marco Gatti, è il cuore pulsante di questa esperienza unica.
Lo chef Antonio Di Leo, nato nel 1984 a Torino, ha origini siciliane e pugliesi. Dopo essersi diplomato all’Istituto Alberghiero Colombatto di Torino ha iniziato la sua carriera nel mondo della ristorazione come pasticcere. Le sue prime esperienze in cucina spaziano da Villa Somis a Torino allo Splendido Hotel di Portofino (Ge). Successivamente, trascorre tre anni presso Ceresio 7 a Milano e due al Ristorante Madai di Porto Cervo (SS). Ha anche avuto un periodo formativo a Copenaghen, in Danimarca. Nel corso della sua carriera, ha maturato ulteriori esperienze in Italia, tra cui quelle all’Enoteca di Canale con Davide Palluda e alla Trattoria Zappatori di Pinerolo (TO) con Christian Milone.

Dopo aver preso posto davanti ad una grande vetrata con splendida vista sulle colline e sui vigneti antistanti, ci accoglie un’introduzione di classe, una serie di coloratissimi amuse bouche che già anticipano il livello di cura e attenzione del locale. Questi piccoli assaggi sono un vero e proprio biglietto da visita: capolavori di gusto che stimolano il palato e preparano il commensale a ciò che seguirà.

Lo chef Antonio Di Leo ha creato combinazioni di sapori equilibrate e presentazioni eleganti: una delicata spuma calda di spinaci con limone candito e olio all’aglio orsino; una insolita panna cotta salata, glassata con peperone rosso, filettino di acciuga e perle di tartufo nero; un friabile cuscinetto di riso ripieno di carote; dei croccanti crackers di cipolla e semi di zucca; un raviolo di sedano rapa in carpione farcito con maionese all’arancia e capperi e – per chiudere – una rossa gelatina “Milano-Torino” con gli ingredienti del classico cocktail, un pizzico di peperoncino e una mezza foglia d’ostrica che invita a immaginare un “momento aperitivo” da sorseggiare sulla spiaggia in riva al mare gustando un freschissimo e prezioso mollusco dal sapore pregiato.


Dopo questo avvio di stile, si passa a un antipasto che si distingue per originalità e raffinatezza: la cipolla, proposta in due consistenze e due preparazioni diverse. Questa scelta dimostra una grande attenzione alla valorizzazione di un ingrediente semplice ma versatile, spesso relegato a ruolo di contorno. Qui, la cipolla viene presentata cotta, morbida e avvolgente su olio di levistico, ripiena di crema di cipolle, coperta da una crosticina dì pane, tartufo e fiore di borragine; nella seconda versione ci vengono proposte delle cipolline borettane in oliocottura con Tom Kha Gai, una spuma thai al latte di cocco, curry verde lime e lemongrass. Piatto freschissimo, equilibrato e di grande personalità! Queste due versioni permettono di apprezzare appieno la versatilità di questo ortaggio, elevandolo a protagonista di un piatto che unisce gusto e raffinatezza.

Proseguendo, si arriva ai primi piatti, che rappresentano spesso il cuore di ogni esperienza culinaria, una vera e propria esplorazione di sapori e tradizioni.

In questo caso, le due preparazioni si sono distinte per originalità e gusto: per primi vengono presentati gli “Spiralotti” del pastificio Felicetti al limone, un piatto fresco e vibrante, con la sua acidità equilibrata grazie alla nota agrumata del limone e alla leggera piccantezza delle foglie di nasturzio. La scelta di un pastificio rinomato come Felicetti garantisce un prodotto di altissima qualità, con una lavorazione attenta e rispettosa delle tradizioni. La combinazione di sapori risulta armoniosa, con il limone che dona freschezza senza sovrastare la pasta, creando un piatto che invita alla convivialità e alla leggerezza.

Successivamente, ci viene presentato un risotto ai peperoni, ricco di colore e sapore, seguito dal “Diaframma” alla brace, impreziosito dal suo fondo in infusione di caffè, accompagnato da acciughe del Cantabrico e ortaggi del contadino, che conferiscono al piatto un equilibrio tra intensità e freschezza.

Dopo un ottimo predessert, green e liquido – una zuppetta di fave e piselli delicata e rinfrescante – chiudono il pasto due dolci che si distinguono per originalità e gusto: l’interessante “Barbabietola&Capra” — un “dolcenondolce” di barbabietola e latte di capra in differenti esecuzioni — e una versione “unconventional” del bunet, presentato in carta come “(Quasi) tutto quel che c’è in un Bunet”. Questo classico dolce al cucchiaio anche nell’impiattamento è un vero spettacolo: un modo elegante e innovativo di riconciliarsi con uno dei capisaldi della pasticceria piemontese, troppo spesso sottovalutato o mal realizzato in troppi locali torinesi.

C’è ancora un po’ di spazio goloso per le coccole finali e per complimentarci con gli attenti e premurosi ragazzi di sala che ci hanno guidato in questa ottima esperienza gastronomica.
Antonio Di Leo – chef di grande talento e sensibilità – porta con sé un bagaglio di esperienze e passione che si riflette in ogni piatto che propone. La sua creatività e attenzione ai dettagli si traducono in un percorso gastronomico unico, capace di sorprendere e deliziare ogni palato, proprio come i piatti dello chef nascono da ricordi ed emozioni, contaminati dalla curiosità e dai viaggi, ma sempre radicati nel territorio piemontese che lui valorizza con orgoglio.

Ma ciò che rende ancora più speciale questa esperienza è il contesto in cui si trova il ristorante Ca’ del Profeta. Immerso nel cuore del Monferrato Astigiano, il locale si affaccia su paesaggi di rara bellezza, tra dolci colline, vigneti e boschi secolari. La sua posizione privilegiata permette di immergersi in un’atmosfera di pace e tranquillità, lontano dal caos cittadino, dove ogni piatto diventa un viaggio sensoriale anche attraverso i panorami mozzafiato che lo circondano. È un luogo che invita a rallentare, a godere dei sapori autentici e della bellezza naturale di questa terra ricca di storia e tradizione.
Cà del Profeta
- Via Montaldino 19 – Montaldo Scarampi (At)
- Tel. 375 626 5750
- Il ristorante è chiuso da lunedì a mercoledì.
- Aperto il giovedì sera e da venerdì a domenica per pranzo e cena
- www.cadelprofeta.com
Paolo Alciati & Enza D’Amato






