La valle del Rodano è un susseguirsi di vigneti che spesso contornano i villaggi e accompagno la risalita del fiume che la attraversa
Tra le moltissime uve che si coltivano, è sicuramente la Syrah ad avere trovato una propria dimensione, un maggiore sviluppo nonché un dialogo con le diverse tipologie di suolo. Non è l’unica, beninteso, ma sicuramente è quella più rappresentativa. Si trovano, ma in misura inferiore, anche Grenache, Mourvèdre, Marsanne, Muscat e ancora il Roussanne, l’Ugni Blanc e il Viognier. Cultivar presenti dai tempi dei Ro-mani, che crearono città e vigneti. Come altrove, certo. Ma con la differenza che l’aspetto commerciale ai confini del Rodano è stato immediato. Il vino serviva a rifornire soprattutto la città di Lione.
Dopo il crollo dell’Impero romano è stata l’influenza della chiesa a far ripartire la viticoltura. Rhône, dal greco rhodanos e dal gallico rodonos, si dice che derivi da un elemento preindoeuropeo che significa “scorrere”. Piace pensare allora che non sia mai stata ammessa una discontinuità produttiva. La vite cresce, non si ferma; a sud-ovest della Francia le radici delle piante incontra-no quattro tipi di roccia: granito, silice sabbiosa, calcare e argilla. V’è una roccia madre che svolge un ruolo essenziale nella regolazione dell’approvvigionamento idrico della vite, e che caratterizza gli aromi e i sapori dei vini del Rodano, la seconda area più produttiva di Francia, con oltre tremila ettari suddivisi in 5 comuni e 45 diverse denominazioni. Delas Frères è tra le realtà più importanti di questo incredibile mosaico di vigneti, che ha visto una costante crescita qualitativa dal 1993, anno nel quale è entrata a far parte della galassia Louis Roederer.
La storia è lunga quasi 190 anni, inizia tra Valence e Lione nel 1835 con Charles e Philippe Delas allorquando decidono di rilevare la Maison de négoce “Junique”, subito ribattezzata con i loro nomi; per la costituzione di Delas Frerès bisognerà aspettare gli anni venti del secolo successivo. I figli di Philippe, i fratelli Henri e Floren-tis, acquisiscono vigneti a Châteauneuf-du-Pape e nell’Hermitage, la produzione aumenta, si aprono i mercati esteri. Con la terza generazione, Michel Delas, a metà degli anni sessanta del secolo scorso, aumentano le superfici vitate e l’espansione commerciale.
Si sposta la sede a Saint-Jean-de-Muzols, vicino a Tournon-sur-Rhône, importante polo turistico. Con Jacques Grange, tuttora alla direzione tecnica della cantina, inizia la definizione dello stile di Delas, gli ettari di proprietà diventano 30, tra Crozes-Hermitage, l’Hermitage con il Domaine des Tourettes e due tra i più prestigiosi terroir, Les Bessards e le Grandes Vignes, e Les Grand Chemins. Ebbene, con un parco vitato così ampio e sfaccettato Delas riesce a proporre una gamma di vini di ampio respiro, è tra le pochissime a produrre Hermitage rosso e bianco grazie a un rigoroso approccio parcellare volto all’esaltazione dei singoli appezzamenti a disposizione affiancato da un lavoro di selezione delle migliori uve, che vengono vinificate in cantina dal giovane enologo di origine italiana Marco Beckmann.
Selezione di grappoli, con un po’ di attività di negoce, che avviene sopra-tutto per il Saint-Esprit Côtes-du-Rhône di cui se ne producono 500mila bottiglie; sorsi sempre decisi, equilibrati e accattivanti, che omaggiano le principali uve del Rodano (Syrah e Grenache) e raccontano lo stile di Delas, che si trova in 13 diverse referenze per una produzione che sfonda il tetto del milione di bottiglie. La capacità di gestione di una mole simile di uve è possibile dal 2016, anno in cui l’azienda ha iniziato il progetto di totale rinnovamento della cantina, ad opera dell’architetto Carl Fredrik Svenstedt che ha immaginato le facciate esterne come le linee delle colline terrazzate dell’Hermitage. Nello stesso cortile trova spazio anche una villa con cucine e suite per l’ospitalità.
Tra le etichette più virtuose, soprattutto in Italia, dove il mercato per i vini Delas Frerès è stato impostato oltre trent’anni fa dalla famiglia Sagna, dell’omonima casa di importazione e distribuzione, troviamo quelle prodotte da singola vigna, come la prestigiosa La Landonne Côte-Rôtie: un Syrah caratterizzato da una struttura tannica densa e serica, profondità, ricchezza ed eleganza. Una selezione che rara-mente supera le 2.500 bottiglie prodotte esclusivamente nelle migliori annate. Lo stesso vale per il Seigneur de Maugiron, assemblaggio di uve raccolte nella Côte Brune. Potente ed elegante, qui il Syrah riporta ad aromi di ribes nero, ribes rosso e liquirizia.
E ancora il Condrieu La Galopine, un 100 per cento Viognier di grande freschezza, una vera esplosione di aromi floreali e fruttati (pesche candite e frutti esotici. Di grande vigoria e materia, infine, c’è il Cornas Chante-Perdrix, che regala una splendida struttura tannica caratterizzata da aromi profondi, rustici – ma nobili – che con il tempo sviluppano note di pepe e selvaggina.
Info: www.sagna.it
Redazione Centrale TdG