In un mondo che corre veloce, c’è ancora chi sceglie di camminare la terra con rispetto, di ascoltarne i silenzi e raccoglierne i frutti con le mani

La Farra nasce così: come gesto consapevole di cura, come progetto familiare radicato in un paesaggio che ha il respiro lungo delle colline e l’intelligenza antica della vite.
Fondata nel 1997 dai fratelli Adamaria, Innocente e Guido Nardi, questa azienda agricola è oggi il riflesso di una scelta precisa: restare fedeli alla propria identità, valorizzando ogni giorno la bellezza di un territorio che è anche cultura, memoria, comunità.

Una fedeltà che si traduce in un lavoro quotidiano fatto di gesti antichi e visione contemporanea. La Farra è oggi una realtà vitivinicola solida, che coltiva e gestisce direttamente 25 ettari di vigneti distribuiti tra Farra di Soligo, Pieve di Soligo, Follina e San Pietro di Feletto, nel cuore pulsante del Conegliano Valdobbiadene. Un’agricoltura rispettosa e artigiana, che si traduce in oltre 700.000 bottiglie prodotte ogni anno, di cui il 65% esportate in 21 Paesi del mondo, portando nel calice, ovunque, l’eleganza e la verità del Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG.

L’anima de La Farra, però, non si esaurisce nel calice: è nei dettagli della quotidianità, nella cura delle vigne eroiche coltivate a mano, nel rispetto per il ritmo della natura e, soprattutto, nell’accoglienza. Per la famiglia Nardi, infatti, aprire le porte della propria cantina significa condividere la cultura di un territorio unico, far conoscere le condizioni di produzione del vino, rendere visibili – e vivi – i valori che stanno alla base di un prodotto tanto celebrato nel mondo. In questo senso, La Farra ha fatto proprio il concetto di enoturismo e lo ha trasformato in uno strumento di consapevolezza. Il percorso enoturistico, pensato per chi vuole immergersi in prima persona nel paesaggio del Conegliano Valdobbiadene, si snoda lungo circa 3 km, attraversa i vigneti storici di famiglia e culmina al Belvedere La Farra, un casolare immerso nei filari di Col Brià, recentemente restaurato e restituito a una nuova funzione: luogo di degustazione, ma anche di contemplazione e riflessione.

Situato nella Core Zone UNESCO, il Belvedere La Farra rappresenta una tappa emozionante e significativa per chi desidera capire cosa rende questo paesaggio un Patrimonio dell’Umanità: la pendenza dei rilievi, i ciglioni inerbiti, l’alternanza armoniosa tra vigneti, boschi, borghi, l’assetto agrario frutto di un equilibrio delicato tra uomo e natura. Qui, ogni sorso di vino diventa parte di un racconto più ampio: si gusta il frutto, ma si legge il contesto, si osserva il lavoro, si assapora la memoria.

Il Casolare non è solo una sala degustazione tra i vigneti. È un luogo di condivisione culturale, dove durante tutta la stagione primaverile ed estiva i visitatori possono accedere a una selezione di libri e testi che parlano del paesaggio, della storia del territorio, della poesia e dell’arte che hanno ispirato – e sono state ispirate da – queste colline. Tra questi, anche le parole di Andrea Zanzotto, il poeta di Pieve di Soligo che più di ogni altro ha saputo dare voce al genius loci di questo angolo di Veneto.

“Il progetto di recupero del Casolare – racconta Adamaria Nardi – nasce da una vera esigenza di condivisione. È un luogo che abbiamo sempre vissuto intensamente e che desideravamo aprire a chi, come noi, ama scoprire davvero un territorio: camminandolo, ascoltandolo, assaporandolo.” Ed è proprio in questa visione che si inserisce anche l’iniziativa “I Dialoghi a Col Brià”, una rassegna annuale di incontri e approfondimenti, in programma nel mese di giugno, dedicati al tema del paesaggio e della cultura del territorio. Una serie di momenti aperti al pubblico che coinvolgono agronomi, scrittori, fotografi, esperti del vino e del paesaggio, con l’obiettivo di stimolare riflessioni e creare connessioni tra mondi diversi che condividono una radice comune: quella della bellezza consapevole.

In questo contesto, La Farra diventa un punto d’accesso privilegiato al Conegliano Valdobbiadene: non solo per la qualità dei suoi vini – eleganti, nitidi, autentici – ma per la capacità di fare accoglienza in modo profondo e rispettoso, valorizzando ogni aspetto dell’identità territoriale.

Una visita alla cantina può così trasformarsi in una giornata tra natura e cultura, che include tappe nelle vicine eccellenze artistiche e storiche: l’Abbazia di Follina, i dipinti di Cima da Conegliano, le Pale del Tiziano a Vittorio Veneto, la Gipsoteca del Canova a Possagno, il borgo medievale di Asolo. Oggi più che mai, in un tempo che chiede esperienze autentiche e sostenibili, La Farra si propone come esempio concreto di enoturismo consapevole, capace di unire la bellezza del paesaggio alla cultura del vino e alla profondità dell’incontro umano.
Info: www.lafarra.it
Redazione Centrale TdG
