Il Domaine che da sette generazioni custodisce, innova e interpreta il volto più profondo della Côte d’Or

In una regione che esalta il frammento, il cru, la parcella come nessun’altra al mondo, la Borgogna è spesso raccontata attraverso il mosaico dei piccoli vigneron o la rinascita del terroir. Meno si parla, invece, della continuità. Di quelle famiglie che, attraversando le epoche, hanno saputo preservare una visione produttiva senza mai interrompere il filo.

Nel cuore della Côte d’Or, Domaine Faiveley rappresenta un’eccezione rara: 200 anni di storia ininterrotta, sette generazioni, una sola famiglia. Un unicum che nel 2025 celebra il bicentenario, affermandosi come ultimo baluardo familiare tra i grandi nomi della Borgogna.

Un impero nato dal dettaglio
Oggi il Domaine si estende per 140 ettari vitati: 70 in Côte Chalonnaise, 50 tra Côte de Nuits e Beaune, e 20 a Chablis. Una presenza diffusa, ma tutt’altro che dispersiva: tra i filari, nomi che fanno sognare – Corton Charlemagne, Clos de Vougeot, Clos des Corton, Echezeaux, Bienvenues-Bâtard-Montrachet, Vosne-Romanée, Gevrey-Chambertin.

A guidare tutto questo c’è Erwan Faiveley, affiancato dalla sorella Eve. Entrambi cresciuti tra studio e vigne, raccolgono il testimone del padre nel 2005 e avviano una trasformazione profonda, senza mai tradire l’identità di famiglia.
Erwan, economista di formazione, a soli 25 anni affida la cantina a due figure chiave: Bernard Hervet, ex direttore generale di Bouchard Père et Fils, e Jérôme Flous, enologo e agronomo dal profilo tecnico e visione ampia. Con loro, inizia un percorso di rinnovamento silenzioso ma radicale.

Biologico, parcelle dedicate e cantina a vista
Il primo passo è in vigna: “Se i vini devono parlare del luogo, le vigne devono essere sane”, afferma Flous. Parte così una lunga conversione al biologico, che si completerà nel 2025. Ogni parcella viene assegnata a una squadra fissa, raddoppiando gli stipendi per valorizzare la formazione e la cura. Durante la vendemmia, il Domaine impiega oltre 200 persone ogni anno.
Nel 2018, la cantina si apre letteralmente ai vigneti, con un varco scenografico affacciato su Nuits-Saint-Georges. È una dichiarazione d’intenti: trasparenza, precisione, identità.

Tecnologia discreta, artigianato evidente
Nonostante la retorica della tradizione, Faiveley non nasconde l’uso della tecnologia. “La Borgogna finge che non esista, ma senza controllo non potrei garantire questo livello qualitativo”, dice Flous. Le vinificazioni sono separate, le infusioni dei tannini lente e naturali, sempre sotto controllo termico.
L’affinamento avviene in pièces borgognone, nuove o di primo passaggio, dentro un’antica cantina ottocentesca divisa in dieci gallerie naturali, sfruttate anche per la loro escursione termica (+/- 3°C). Ogni botte è monitorata: temperatura, CO₂, malolattica, ossidazione. Un laboratorio interno segue ogni passaggio. Dopo 16-18 mesi in legno, i vini passano un mese in inox prima dell’imbottigliamento.
65 cuvée, 12 Grands Crus, 22 Premiers Crus
Il portafoglio Faiveley è ampio ma ragionato: 65 cuvée da 20 appellations. La produzione totale tocca 800.000 bottiglie, di cui il 70% esportate. Solo il 10% nasce dall’attività di négoce, focalizzata soprattutto sulla AOC Bourgogne Pinot Noir (160.000 bottiglie l’anno), frutto di una selezione capillare tra 700 viticoltori.
Da qualche anno è scomparsa l’indicazione “Joseph” in etichetta – segno di una ridefinizione identitaria anche nella gamma entry-level, sempre più legata ai possedimenti in Côte Chalonnaise, soprattutto a Mercurey, dove Faiveley investe sin dagli anni ’30.

Annata 2022: armonia e ricchezza
Tra le più recenti espressioni, l’annata 2022 si distingue per finezza, freschezza e potenziale evolutivo. Dopo un inverno mite e una primavera densa di sviluppo vegetativo, l’estate ha regalato piogge provvidenziali che hanno permesso una vendemmia precoce e generosa. I vini? Frutto dolce, speziatura gentile, tannino levigato e quella tipica vena sapida che accentua e rilancia il gusto.

Una visione lunga due secoli
Guardare ai vini Faiveley oggi significa leggere una Borgogna consapevole, precisa, contemporanea, che sa innovare nel silenzio, valorizzare il territorio con fedeltà e con uno sguardo lungo. Due secoli non sono un traguardo, ma una promessa mantenuta.
Faiveley è distribuito da Sagna Spa: www.sagna.it
Redazione Centrale TdG


