In Italia, come nel resto del mondo, quello del Beaujolais è noto come Nouveau, un vino novello ottenuto da macerazione carbonica totale, prodotto in una piccola denominazione che, sebbene non sia distante dalla Borgogna in termini di chilometri, lo è invece da un punto di vista stilistico. Per la produzione di vino si impiega principalmente il Gamay, uva rossa capace di leggere il suolo e mostrarsi con un carattere fresco, fruttato ma anche dinamico, strutturato e longevo.
E, sebbene le prime tracce circa la produzione del vino risalgono a secoli prima, l’Appellation d’origine contrôlée Beaujolais è piuttosto recente, del 1935, a sud della Borgogna.
E se nel corso degli ultimi trent’anni, il successo di questo areale si deve ai Nouveau, nell’ultima decade l’attenzione si è spostata sui vini prodotti nei dieci cru della denominazione definita dalla Revue du Vin de France come “le plus sensuel des vignobles”, che si spalma in 50 chilometri, da Mâcon a Lione, su dolci pendii che passano da un’altitudine di 700 a più di 1000 metri s.l.m. e pendenze fino al 60%.
Sono dieci i diversi cru che, come mosaici, arricchiscono l’offerta della regione viticola:
- Brouilly
- Chénas
- Chiroubles
- Côte de Brouilly
- Fleurie
- Saint-Amour
- Juliénas
- Régnié
- Morgon
- Moulin-à-Vent.
A fianco la produzione dei rossi si è fatta nel tempo sempre più strada quella dei bianchi, da uve Chardonnay per produzioni dall’ottimo rapporto qualità/prezzo.
Come accade per la Côte d’Or anche qui la mappatura dei terroir è uno dei punti di forza nonché di partenza per il racconto dei vini, si contano infatti 73 tipi diversi di suoli in cui troviamo a nord, sabbie e graniti mentre a sud parti più ricche in argilla e calcare, note come “pietre dorate”, ben visibili tra i filari dei vigneti, formatesi nell’epoca del Bajociano, oltre 200 milioni di anni fa; quello che forse non tutti sanno è infatti che quella del Beaujolais è la zona più antica e complessa, in termini geologici, della Terra. Una caratteristica che ha concorso all’ottenimento nell’aprile 2018, del “Global Geopark”, un riconoscimento internazionale conferito dall’UNESCO per una valorizzazione eccezionale di questo patrimonio viticolo.
La maison Pierre Ferraud & Fils
E in questo contesto si inserisce la Casa Pierre Ferraud & Fils, fondata nel 1882, a gestione familiare, da 5 generazioni che produce esclusivamente vini del Beaujolais, selezionando le migliori parcelle nei cru tutto intorno alla cantina a Belleville-sur-Saône. Ma l’azienda, prosperando anche nel terroir del Mâconnais, produce bianchi nelle zone di Fuissé, Pouilly Fuissé, Pouilly Vinzelles, Viré Clessé e Saint Véran. Vini di grande corpo, freschezza e mineralità. Ma è certamente sull’uva Gamay che si concentra maggiormente Ferraud, proponendo vini aromatici e fruttati, come il Beaujolais e il Beaujolais Villages a cui si affiancano quelli più complessi come il Fleurie e il Moulin-à-Vent.
Ferraud, curando direttamente la produzione in ogni sua fase, da sempre sceglie di vinificare solamente in annate che garantiscono un elevato standard di qualità, ottenendo in media 1.200.000 bottiglie, che rappresentano appena l’1% dell’intera produzione della regione. Una produzione destinata all’estero ma soprattutto al mercato interno, in cui si coltiva ancora oggi la tradizione dei vini novelli.
In Francia, a differenza del nostro paese, il déblocage, il giorno in cui letteralmente si sdogana la vendita dei Beaujolais, è il terzo giovedì del mese di novembre, in quell’occasione si possono acquistare i vini in cui si percepiscono aromi spiccati di uva matura e un bouquet molto floreale.
Ed è proprio sul Beaujolais che la Maison punta proponendone quattro versioni:
- il Nouveau Pierre Ferraud
- il Village
- la Cuvée Nostalgie, prodotta da vecchie vigne senza filtrazione
- il bianco Mâcon Villages.
Ci entusiasmano il Beaujolais Villages Pierre Ferraud, un vino estremamente piacevole e più immediato, dall’intenso profumo fruttato. Le sue caratteristiche di freschezza ed il suo spiccato bouquet lo rendono facilmente accostabile ad una grande quantità di piatti, da apprezzare maggiormente anche dopo un anno di affinamento in vetro; e il rosso “Moulin-à-vent” il cui nome deriva da un antico mulino, l’unico della zona, di cui resta ancora la torre, al sorso resta generoso ed asciutto, carico nel colore e nella sua struttura, dagli aromi di bacche rosse ben mature, un bouquet di rosa e di violetta.
Beaujolais AOC maison Pierre Ferraud & Fils
Il Beaujolais AOC della maison Pierre Ferraud & Fils è distribuito in Italia da SAGNA S.p.A.
Redazione TdG
Fonte Ufficio Stampa
Credit Photo Ufficio Stampa