Non lontano dal confine siriano, Şanliurfa è, probabilmente la città più suggestiva del sud-est dell’Anatolia e territorio chiave di epoche preistoriche ancora avvolte dal fascino del mito. Reperti archeologici rinvenuti in questa fertile piana, tra il fiume Tigri e il fiume Eufrate, attestano le prime civilizzazioni della Mesopotamia a circa 12 mila anni fa, come quelle di Duru, Harran, Nevali Cori e Gobekli Tepe, primo insediamento della storia dell’umanità (ne ho scritto qui https://www.asamagazine.it/2019/09/09/gobekli-tepe-la-stonehenge-dellasia-tra-mistero-e-stupore/ e qui https://www.turismodelgusto.com/tuttotravel/gobekli-tepe-megaliti-turchia/ ).
Nel centro cittadino, Şanliurfa Muzesi, (sanliurfamuzesi@kultur.gov.tr), è il bellissimo e moderno museo archeologico ed etnografico che, con i suoi 30.000 MQ, copre tutto l’arco della storia, dall’epoca neolitica fino a quella ottomana ed assira. Nelle 14 sale sono esposte scene di vita quotidiana ricostruiti in base ai ritrovamenti dei siti archeologici vicini, oltre una vasta collezione di oggetti, specie da quello di Gobeklitepe. A latere, nei giardini, un edificio separato ospita il Museo del mosaico Şanlıurfa Haleplibahçe, con mosaici ben conservati, tra cui quello che ritrae, per la prima volta al mondo, le amazzoni, famose donne guerriere.
Nota anche con altri nomi di Ur, Edessa e Urfa, Şanliurfa è conosciuta anche come la “città dei profeti”, tant’è che, ancora oggi, convivono pacificamente ben tre diverse religioni, Cristianesimo, Ebraismo e Islam. Gölbasi è il bel parco cittadino che racchiude le principali attrazioni di Sanliurfa, come il Dergah, un complesso di moschee e giardini che circonda il colonnato della Hazreti İbrahim Halilullah, la grotta che diede i natali al più famoso dei profeti, Abramovich (Ibrahim in turco), dove, secondo una leggenda, rimase nascosto per 7 anni per sfuggire, all’ira infanticida del re Nimrod che temeva l’avverarsi della profezia della sua detronizzazione. Oggi la grotta è luogo di pellegrinaggio per i fedeli di tutto il mondo ed ha ingressi rigorosamente separati per gli uomini e per le donne. Io non ho potuto avere accesso perché indossavo un pantalone che lasciava … la caviglia scoperta (inutile polemizzare, meglio ricordare di avere coperti anche i piedi la prossima volta). Lungo il lato ovest, su un immenso cortile con una piccola fontana al centro, si affaccia la Halev Mevlid-i Camii, una grande moschea in stile ottomano, costruita intorno al 1200 d.C. dagli Abuyyidi, dinastia curdo-musulmana fondata dal condottiero curdo Saladino.
Dall’alto della rocca, l’imponente castello del periodo bizantino svetta maestoso a ricordo dell’importante passato religioso e culturale della città, da sempre polo strategico commerciale anche grazie alla sua posizione (almeno fino all’inizio del conflitto siriano), tra le principali città turche del Nord ed i limitrofi paesi mediorientali.
Ad est della Narıncı Camii, l’antico Bazar, voluto da Solimano il Magnifico verso la metà del XVI secolo, è il cuore pulsante cittadino, un caotico dedalo di viuzze, bancarelle, mercanzie di ogni genere – cuoio, ferro, carne, argento, fiori, dolci, carne, pesce, pane, frutta, tessuti, spezie, animali -in cui perdersi e ritrovare l’incanto del passato. Tra i vicoli stretti e tortuosi, a tratti, trafitti dal sole con lame di luce, l’aria è gravida di odori e profumi diversi. Accanto al bedesten, antico caravanserraglio che, come un tempo, offre bellissimi articoli in seta, si apre il Gümrük Hanı, un grande cortile circondato da porticati, caffe e tavolini affollati da uomini anziani dal capo coperto da sciarpe a mo’ di turbante e con i shalvar kordi, tipici pantaloni curdi, intenti a giocare a backgammon e bere thè nero o caffè turco con pistacchio e cardamomo. Gira la testa dall’emozione, l’atmosfera è fuori dal tempo!
Un vero paradiso di profumi e sapori da ritrovare, poi, a tavola. Şanliurfa ha, infatti, anche fama di città con la migliore tradizione gastronomica dell’Anatolia. La cucina curda è molto variegata, condivide tante identità culturali con i popoli vicini come Iran , Turchia , Iraq , Siria e Armenia e fa abbondante uso di erbe fresche ed un’ampia varietà di frutta, verdura, formaggi di capra, miele, spesso venduto con il nido d’ape, riso e, ovviamente, spezie, specie cumino, curry e cardamomo.Piccole cucine e ristoranti offrono a prezzi molto bassi piatti saporiti e tipici, come il Berbesel, a base di uova, carne e yogurt, bryani, a base di riso e curry, il kuki, di origine iraniana, a base di uova simile alla nostra frittata, i kofta, una famiglia varietale di polpette a base di carne macinata- di solito manzo, pollo, agnello o maiale – mescolate con un mix di spezie e cipolle.
Ma, Şanliurfa è soprattutto famosa per la Balıklıgöl, la suggestiva “piscina del pesce sacro”, nel cortile della moschea di Halil-ur-Rahman del 1211, a memoria della leggenda secondo cui il profeta Abramo, su ordine del re Nimrod, che osteggiava l’idolatria, venne gettato su una pira di fuoco che, però, si trasformò miracolosamente in una pozza d’acqua e le braci ardenti, in pesci. Oggi la piscina è piena di carpe ma nessuno può toccarle, perché considerate sacre. Si dice che chi ne uccida una, sia condannato a diventare cieco. Si dice anche che, chi vede un pesce bianco, avrà le porte del cielo spalancate. Ho guardato a lungo …
Carmen Guerriero