Ovvero, come parlare di un’isola partendo da uno scrittore, e viceversa.
Probabilmente, a descrivere la bellezza più nascosta di Gran Canaria meglio di chiunque altro è stato Miguel de Unamuno, al punto da spingere le stesse autorità dell’isola a dare vita al progetto il “Percorso di Unamuno a Gran Canaria” che comprende diverse iniziative:
- la costruzione del belvedere di Unamuno ad Artenara, con una scultura dello scrittore;
- il posizionamento nei pressi del “Parador de la Cruz” di Tejeda di una placca di bronzo con la figura di Don Miguel
- l’apposizione di un’altra placca commemorativa nell’edificio di Teror nel quale pernottò il grande scrittore.
Questo percorso, inaugurato il 28 febbraio 1999, nel corso degli anni ha visto ciascuna tappa alimentare l’interesse e la curiosità verso le altre.
Ma chi era Miguel de Unamuno?
Lo scrittore, che meriterebbe maggior notorietà in Italia, ha fatto parte della Generazione del ’98 ed è stato il creatore del genere letterario spagnolo Nivola.
La descrizione della Nivola appare per la prima volta nel romanzo Nebbia, dello stesso Unamuno. Il genere fu creato per evidenziare la distanza dell’autore dalla corrente letteraria del Realismo, che caratterizzava la gran parte dei romanzi della fine del XIX secolo. Con questo nuovo genere letterario, Miguel de Unamuno si concentrò particolarmente sull’evoluzione e l’aspetto psicologico dei suoi personaggi, contrapponendosi al narratore onnisciente in terza persona tipico del Realismo. L’idea quindi prevale rispetto alla forma, quasi annullando la distinzione tra autore e personaggi, che talvolta arriva a scomparire del tutto (come in Nebbia).
De Unamuno descrive così la sua concezione del termine Nivola in un breve scritto pubblicato nel 1935:
«[…] Anche di una novella, come di un poema epico o di un dramma, si fa un progetto; ma poi la novella, il poema epico o il dramma si impongono a colui che se ne crede l’autore. O gli si impongono i personaggi, le sue creature immaginate. Così si imposero Lucifero e Satana dapprima, e Adamo ed Eva poi, a Geova. E questa sì che è una nivola, o un poema opico, o una tragedia! Così mi si è imposto Augusto Pérez».
Il suo pensiero nasce dal contrasto fra le istanze della ragione e quelle della vita in una visione di tragica lotta, senza tregua e senza pace. Così il suo modello ideale è la figura di Don Chisciotte, al quale cui dedica il famoso Vita di Don Chisciotte e Sancho del 1903. L’eroe di Cervantes viene ora inteso come suprema incarnazione dell’idealismo umano, che persegue una meta, ricercata e amata non come termine di possesso, ma come miraggio.
Questo contrasto, questa visione della vita come lotta, così presente nei suoi scritti e nel suo pensiero filosofico, è ben raffigurato dalle parole che usa per descrivere il paesaggio dell’interno di Gran Canaria: “È un enorme sussulto quello che nasce dalle viscere della terra, sembra una tempesta pietrificata, ma una tempesta di fuoco, di lava, più che di acqua”.
E, affacciandosi sugli immensi canyon che caratterizzano il paesaggio dell’isola, queste parole si insediano nell’anima oltre che nella mente di chi le ha lette, rimanendo impresse nello sguardo che spazia su questi paesaggi che sembrano arrivare direttamente dall’era giurassica, in un salto temporale di millenni.
Unamuno raggiunse le Canarie in due occasioni. La prima visita, nel 1910, fu ideata per sostenere i “Juegos Florales” di Las Palmas, organizzati dalla società culturale “El Ricreo”.
La sua permanenza si protrasse per un intero mese, e fu in quel periodo che scoprì le polverose strade di Gran Canaria, dei municipi di Teror, Moya, Cruz de Tejeda e Artenara. Al termine del viaggio, Unamuno scrisse, fra altre, le seguenti parole, rievocando le impressioni del paesaggio insulare: “Y lo interesante aquí, en esta isla de la Gran Canaria, está en el interior, está en las dos grandes calderas de este enorme volcán apagado hace siglos..”. “Le cose più interessanti qui, in quest’isola di Gran Canaria, sono nel suo entroterra, fra i due grandi crateri di questo enorme vulcano, spento da secoli…”
La sua seconda e ultima visita avvenne quattro anni più tardi, di sfuggita, mentre era diretto a Fuerteventura, isola nella quale fu esiliato a causa della sua opposizione alla dittatura di Primo de Rivera e dove restò finché non riuscì a raggiungere a Parigi, quattro anni dopo.
Grazie a questo suo dialogo ininterrotto con il paesaggio circostante, che l’autore illustra così bene nelle sue opere, è stata creata una guida didattica alla scoperta dell’isola, attraverso cinque itinerari che portano il visitatore ad addentrarsi nella Gran Canaria più incontaminata e segreta per scoprire, con le parole di Unamuno, le origini del suo popolo e della sua società.
Cinque giornate che toccano luoghi del nord e del centro dell’Isola e che includono le località di Las Palmas de Gran Canaria, la capitale, nella prima giornata; Teror nella seconda giornata, le cittadine di Moya e Agaete nella terza e las Cumbres, ossia le cime dell’interno di Gran Canaria nella quarta giornata.
L’altro paesaggio di Gran Canaria, il Sud, da Tafira a Telde concludendo il percorso a Maspalomas è il protagonista della quinta e ultima giornata.
Questo itinerario seguito con la guida offre due vantaggi: conoscere la cultura e la storia, attraverso gli scritti di Unamuno e di autori e poeti canari, e scoprire un paesaggio percorrendolo nel presente e nel passato allo stesso tempo.
La maggior parte di questi territori (circa il 46% della superficie di tutta l’isola) fa parte della Riserva della biosfera mondiale di Gran Canaria, dichiarata dall’UNESCO il 29 giugno 2005.
Inoltre, da luglio 2019 i siti archeologici Risco Caído e i Monti Sacri sono diventati patrimonio mondiale dell’Unesco.
Silvia Donatiello