Il turismo potrebbe far crollare l’ultimo muro d’Europa
“Da Cipro avanzando veleggia la nave crociata latina…”, scriveva Carducci nella romanza che narra l’amore struggente di Jaufrè Rudel per la bella Melisenda, contessa di Tripoli, vagheggiata per anni scrutando il limpido orizzonte.
A quattrocento chilometri da Rodi, a settanta dalle coste della Turchia, a poco più i cento dalla Siria e dal Libano, un po’ più grande della Corsica ma meno imponente della Sicilia e della Sardegna, la terza isola del Mediterraneo è Cipro, la punta estrema dell’Europa.
Solo evocare il suo nome dà un senso di mistero e magia. Ma il mistero di quest’isola del Mediterraneo affonda le sue radici nella cultura dell’antica Grecia. Dietro ogni angolo i miti e le leggende si rincorrono: Cipro è l’isola che ha dato i natali ad Afrodite (o Venere), la dea dell’amore, scaturita dalle onde del mare e approdata su una spiaggia dominata da due grandi scogli, oggi nota come Petra tou Romiou (scogli dei Romani).
Coloro che credono ancora nelle leggende, nelle fiabesche tradizioni popolari, si possono imbattere, per esempio, nelle vicinanze di Polis, nella straordinaria fontana magica chiamata Bagni di Afrodite, le cui acque, secondo la credenza locale, assicurano il dono miracoloso dell’eterna giovinezza.
Non meno priva di fascino la ricerca delle rovine romane di Kurium o dei mosaici bizantini di Pathos.
La posizione strategica, di Cipro, importante baluardo dell’Occidente sull’Asia, ha favorito, negli anni, l’insediamento nell’isola delle basi dello spionaggio internazionale, concentrate, in particolare a Limassol, luogo di appuntamento di agenti segreti, un po’ come fu Salonicco durante la Prima guerra mondiale, o Lisbona e Casablanca nella seconda. Verità e fantasia si intrecciano in enigmatiche spy story del Medio Oriente che hanno alimentato l’editoria mondiale.
Oggetto del desiderio di tutti, Cipro ha subito, nel corso della sua travagliata storia, che si perde nella notte dei tempi, le più svariate dominazioni straniere.
Cominciarono le popolazioni asiatiche, seguirono i micenei, che vi portarono da Creta artigiani e commercianti e in più la lingua, il greco, che tuttora si parla.
A questi seguirono i fenici, poi i persiani, gli assiri, addirittura Alessandro Magno e, correndo velocemente nel tempo, i Crociati che ne avevano fatto un’autentica “testa di ponte” verso la Terrasanta. Da ricordare che Riccardo Cuor di Leone, proprio nel castello di Limassol impalmò la bella Berengaria.
Il legame di Cipro con il cristianesimo è sempre stato molto forte. La Terra Santa è a di là del mare. A poche ore di nave da Pafos. Dopo la crocifissione di Gesù, giunge a Salamina l’apostolo San Paolo, che nel 45 dopo Cristo converte il proconsole romano Sergio Paolo. Cipro diviene cosi il primo luogo governato da un cristiano.
E ancora la Serenissima, che per un secolo fece di Cipro una formidabile roccaforte veneziana. E così nei secoli un’alternanza di dominatori, ottomani compresi. Una storia travagliata, fino ai giorni nostri, che ha portato alla spaccatura dell’isola in due parti: quella a nord occupata dall’esercito turco, e quella a sud, indipendente e sovrana, che parla greco.
La capitale è dolorosamente divisa a metà come tutta Cipro.
Fra la Nicosia greco-cipriota e quella turco-cipriota c’è una spettrale terra di nessuno, con case completamente disabitate da oltre 50 anni. Da una postazione isolata spuntano le insegne dell’ONU, poco più lontano ecco le bandiere della Turchia e della Repubblica di Cipro, un’entità che non è mai stata ufficialmente riconosciuta.
Oggi la presenza della “linea di Attila” o “green linee”, controllata dai militari dell’ONU, è la paradossale dimostrazione dei limiti che hanno sempre condizionato lo Stato cipriota, anche se, da alcuni anni, è possibile varcare la frontiera con meno burocrazia.
Mura veneziane da una parte, minareti dall’altra, in mezzo un muro. La contrapposizione fra cristianesimo e islamismo ha trovato a Cipro l’occasione di ripetersi sempre tragicamente uguale a sé stessa.
In tutta l’isola, però, l’ospitalità è generosa e autenticamente dimostrata, come elemento culturale.
Questa incantevole perla del Mediterraneo, poco più di novemila km quadrati dalle montagne innevate, è famosa soprattutto per il sole e il mare da cartolina illustrata. Le spiagge bellissime, i fondali cristallini e incontaminati, le insenature dai nomi difficili da dimenticare, hanno conosciuto, negli ultimissimi anni, un grande successo turistico, grazie alla costruzione di grandi alberghi delle più famose catene internazionali che hanno fiutato l’affare, essendo entrata a far parte dell’Unione Europea.
Vacanze distensive in un ambiente naturale ancora fiabesco, incastonato nei secoli e secoli di civiltà differenti che, stratificandosi, hanno lasciato indelebili e significative impronte. Una testimonianza è all’interno dell’isola, sui monti Troods, dove sorge il monastero di Kikko. Ebbene questo luogo è legato al protagonista della recente storia di Cipro: l’arcivescovo Makarios.
Straordinario personaggio religioso, al tempo stesso politico, Mihail Christodoulou Mouskos, più noto appunto come arcivescovo Makarios III, fu il vero e geniale architetto dell’unità cipriota. Il sogno dell’arcivescovo è durato solo 14 anni e si è infranto proprio su quelle contrapposte ambizioni di Grecia e Turchia.
Passeggiando per la capitale Nicosia, fra le mura veneziane, la piccola cattedrale di San Giovanni e i vicoli del centro storico, si notano due minareti: sono quelli della moschea Selimiye, ex cattedrale gotica di Santa Sofia, trasformata nel 1571 dagli ottomani in un proprio centro di culto.
Ma i minareti sono al di là del muro. Già! Il muro di Berlino è crollato da un pezzo, ma quello di Nicosia resiste a testimonianza di un’assurda situazione che non ha alcun senso. Chi crede negli ideali dell’Europa dei popoli e la componente greco-cipriota ne è convinta assertrice, ritiene che la reciproca conoscenza, favorita dal turismo, possa determinare una svolta decisiva per lasciare le sofferte barriere medievali solo al ricordo e nei libri.
Cipro con l’ingresso nell’Unione Europea ha esorcizzato il dramma della divisione e la sua civiltà è lì a mostrare come sia possibile cercare un’intesa tra culture e popolazioni diverse. Cipro ha fatto tesoro della sua lunga storia che ha trasformato in un vero e proprio culto. A cominciare dai musei, il più grande e il più ricco dei quali è certamente quello di Nicosia, la capitale. Ma anche Larnaca, Limassol e Pafos hanno i loro preziosi scrigni che si dischiudono agli occhi ammaliati dei visitatori, sempre più numerosi e consapevoli.
Testo e foto di Jimmy Pessina