Tenuta di Castellaro
Lipari (ME) – www.tenutadicastellaro.it
Lì dove il sole cala a picco sul mare e si trasmette la millenaria tradizione della coltivazione ad alberello, sorge sul terreno vulcanico la Tenuta di Castellaro. Il progetto enologico, strettamente legato all’ambito storico e paesaggistico, racconta un territorio unico come quello di Lipari, la principale delle isole Eolie. 24 ettari vitati per circa 70mila bottiglie, una cantina all’avanguardia, un wine resort e il parco geominerario delle Cave di Caolino bonificato e messo a disposizione della collettività: Tenuta di Castellaro ha da sempre un approccio naturale alla viticoltura, utilizzando protocolli biologici e vegan. Il fascino selvaggio di questo angolo di mondo incontaminato ha stregato la famiglia bergamasca Lentsch, che nel 2005 ha deciso di intraprendere un grande progetto vitivinicolo e paesaggistico: preservare, valorizzare e far conoscere la bellezza di questo luogo, custodendone le tradizioni e le peculiarità, dando vita a vini realizzati da uve autoctone isolane, a partire dalla Malvasia delle Lipari e il Corinto Nero.
GT Terre Siciliane Rosso – Nero Ossidiana – Tenuta di Castellaro
Caratteristiche del vino
Blend di Corinto Nero 90% e Nero d’Avola 10% con vigneti a 350 mt. s.l.m. Vendemmia manuale e vinificazione con lunga macerazione del vino sulle bucce e su parte dei grappoli interi non diraspati. Matura 8 mesi in botti usate per svolgere la malolattica, poi si travasa in serbatoi d’acciaio senza chiarificare ma solo con decantazione statica e ripetuti travasi per illimpidire naturalmente il vino prima dell’imbottigliamento. Affina 12 mesi in bottiglia. Gradazione: 13% vol. Temperatura di servizio: 14-16°C
Colore: rosso rubino intenso con sfumature violacee.
Bouquet: al naso è delicatamente aromatico, complesso e sapido, con note di frutti rossi – prugna e ciliegia su tutti – ma anche spezie e pepe bianco. Si percepisce un lieve sentore iniziale salmastro e iodato che, dopo qualche secondo, vira sul minerale, grazie al terreno di natura vulcanica, e con profumi erbacei di muschio e terra umida.
Sapore: in bocca conferma le sensazioni olfattive, una gradevole acidità e una sapidità più intensa. Caldo e vellutato, con piacevoli accenni balsamici e speziati Evidente l’espressione territoriale di un vitigno originario della Grecia ma che ha trovato nelle Eolie la sua area d’elezione. Dotato di buona struttura e tannini evidenti ma non invasivi. Finale lungo e persistente.
Abbinamento consigliato: un vino importante, da abbinare a carni rosse e secondi piatti in genere, ma anche a salumi, melanzane ripiene alla siciliana, pane cunzato, primi con sughi di carne o di selvaggina, paste ripiene di carne, caserecce alla Norma, cous cous con carni, coniglio selvatico in agrodolce e formaggi di media e lunga stagionatura.
Paolo Alciati e Enza D’Amato
Immagine piatto pixabay.com