La miscelazione Tiki, che tanto successo sta riscuotendo negli ultimi anni in giro per l’Italia, è in realtà nata intorno agli anni ’30 del secolo scorso. Fresca, colorata, molto più complessa di ciò che si immagina, è la perfetta espressione dei luoghi esotici in cui è nata. Al centro dell’attenzione è il rum in tutte le sue declinazioni, insieme a frutta fresca e tante altre componenti che rendono i cocktail Tiki perfetti per una sera d’estate come quella di martedì 26 luglio, quando 10 cocktail bar rappresentati dai propri bartender si ritroveranno sulla Terrazza della Sala Duecento di Eataly Lingotto per una sfida in stile Tiki.
Ogni cocktail bar dovrà proporre due cocktail: una rivisitazione a scelta di un classico della miscelazione Tiki (Mai Tai, Zombie, Piaña Colada o Tiki Daiquiri) e una proposta a “mano libera”.
Il pubblico potrà quindi immergersi nell’atmosfera esotica di una drink experience in cui i cocktail e il cibo di ispirazione Tiki saranno assoluti protagonisti.
Ecco alcuni dei cocktail bar che parteciperanno:
- NAT con Michael Faccenda e Simone Minniti
- BARZ8 con Alessia Mittone
- PUNTOSETTE con Pietro Chiappero e Andrea Ciravolo
- CIVICO1 con Branka Vukasinovic
- LA RESERVE DEUX con Vittorio Rosso
- LAB Mazzini con Rocco Oranges e Gian Cuenca
- SMILE TREE con Loris Germinario e Alex Della Rocca
- LA DROGHERIA con Sergio Pisu e Paola Terranova
- CAFFÈ ELENA con Matias Griffa
- LÉVE con Edoardo Vincenzo Mastroianni
Partner dell’evento sarà Onesti Group, che proporrà un’ampia selezione di etichette:
- Three Cents Pineapple, Pink Grapefruit
- Aluna Coconut Rum
- Saint Aubin sugar cane White Rhum from Mauritius
- Real infused (cocco, agave, mango, passion fruit, lychee)
- Finest call (fresh lime pressed, orzata)
- Abuelo Anejo e 7
- Nine Falernum ricetta #9
- Dora Grossa selezioni mediterranee Curacao Orange
- Spirited Union Botanical Rum
- Ecopopote Agave Straws
La miscelazione Tiki, considerata la più difficile di tutti i tempi, è tecnica, ricerca, bilanciamento ed è diametralmente opposta alla semplicità tradizionale delle preparazioni Tropicali. La confusione è però plausibile, in quanto nessuna delle due miscelazioni appartiene alla nostra cultura, e deriva da un approccio sbagliato che spesso interessa il Tiki sia dal punto di vista della composizione sia nel suo coinvolgimento sociale.
Partiamo dal nome che suggerisce le sue origini: “Tiki” è infatti un termine polinesiano dai diversi significati. Questo tipo di miscelazione nasce intorno agli anni ’30 proprio dall’esigenza di vivere un clima esotico, sognato e desiderato dagli americani dopo l’incubo del Proibizionismo e della Grande Depressione. Un modo di bere innovativo in cui il Rum è il protagonista indiscusso. Ma, oltre che uno stile di miscelazione, il Tiki può essere considerato un vero e proprio mondo che ripropone in chiave “pop” l’esotismo delle isole del sud del Pacifico – quell’area dell’Oceania compresa nel triangolo tra la Nuova Zelanda, l’Isola di Pasqua e le isole Hawaii – e che nasce con l’intenzione di soddisfare il desiderio di evasione dalla realtà quotidiana. Non a caso, questo movimento inizia con l’apertura, nel 1931, del Don the Beachcomber, il primo bar-ristorante a tema polinesiano aperto a Hollywood da Donn Beach, considerato il padre della “Tiki culture”. La fortuna del Tiki, dopo oltre 25 anni di boom, comincia a declinare negli anni Settanta, per poi tornare alla ribalta a partire dai primi anni del nuovo secolo.
Info e prenotazioni: shop.tobevents.it/tikicontest
Redazione Centrale TdG