Carlo Hauner, pittore e designer di fama internazionale, si trasferisce nei primi anni sessanta alle Isole Eolie e, attratto dalla coltivazione della Malvasia, a poco a poco avvia la sua produzione di vino. Ripristina gli antichi terrazzamenti, inizia a fare appassire l’uva sulla vite e approccia nuove tecniche di raffreddamento durante la fermentazione. Piccole rivoluzioni che affascinano gli esperti, a partire da Veronelli, e che portano la Malvasia di Hauner sulla tavola di prestigiosi ristoranti, prima in Italia e poi all’estero.
Negli anni ’80 la Malvasia vive un periodo d’oro, Hauner le affianca il Salina Bianco, il Salina Rosso e l’Antonello, un prodotto quest’ultimo di gran lignaggio invecchiato in barrique. Dopo la scomparsa di Carlo Hauner nel 1996, è il figlio Carlo Junior assieme ai suoi figli Andrea e Michele a condurre l’azienda e a produrre due versioni di Malvasia delle Lipari: naturale e passita.
Il terroir è costituito da un mix di fattori ambientali e paesaggistici quali il mare, i venti e i vulcani; l’arcipelago delle Isole Eolie è la culla della Malvasia, a cui si sono affiancate nel tempo produzioni di Inzolia, Catarratto, Nero d’Avola, Nerello Mascalese, Grillo e Calabrese. La “viticoltura eroica” vede impianti su terrazze fatte di muretti a secco, in cui i piccoli appezzamenti lavorati a mano si trovano su un suolo di origine vulcanica.
Redazione Centrale TdG