Brachetto fusion: gli abbinamenti che non ti aspetti
Ad Avigliana tappa importante del tour il dolce, il rosso, il rosé – alla scoperta dei vini d’Acqui, il ciclo di eventi che sin dal nome rende omaggio e fa un esplicito richiamo alle denominazioni tutelate dal Consorzio di Tutela Vini d’Acqui, organizzato in collaborazione con Il Gambero Rosso.
Brachetto fusion: gli abbinamenti che non ti aspetti si è svolta come da programma il 7 Giugno presso Le Petit Restaurant Japonais, ma il successo è stato tale che i patron Simone e la Chef Naomi, alla guida del ristorante, hanno deciso di replicare la proposta anche l’8 Giugno.
“L’obiettivo del tour, iniziato a Marzo – spiega il Presidente Paolo Ricagno – è quello di presentare il Brachetto d’Acqui e le versioni più recenti del vitigno, Acqui Rosso e Acqui Rosé, al fine di valorizzarne le caratteristiche presso il pubblico classico del Brachetto, abituato a sapori e abbinamenti tradizionali e presso un pubblico giovane e nuovo che si approccia a queste denominazioni in modo più libero. Il successo delle due serate nel torinese ci incoraggia a proseguire su questa strada e prevediamo per l’Autunno prossimo di estendere il programma del tour con nuove tappe”.
Ad Avigliana un pubblico variegato di blogger, opinion leader, giornalisti e consumatori privati si è lasciato affascinare dalle diverse interpretazioni del vitigno proposte in abbinamento al menu studiato ad hoc da Le Petit Restaurant Japonais in cui la Chef Naomi ha proposto la cucina tradizionale e quotidiana giapponese confrontandosi con l’esperta wine and food educator Martina Doglio Cotto. I vini sono stati raccontati magistralmente da William Pregentelli, responsabile al Gambero Rosso della Guida Berebene che recensisce le etichette entro i 15 euro di spesa e che ne ha sottolineato peculiarità organolettiche distintive.
Nel percorso di abbinamento il Brachetto d’Acqui “tappo raso” ha incontrato le piccole entreé dove le speziature del wasabi hanno reso perfetta la combinazione di contrasto con il vino. I sapori della cucina fusion con carne di pollo hanno poi incontrato l’Acqui docg Rosé mentre l’Acqui docg Rosso fermo è stato abbinato all’Okonomiyaki di Osaka, il piatto tipico a base di cavolo e uova. Sul dolce al cioccolato non poteva mancare il Brachetto d’Acqui passito mentre sulla piccola pasticceria creata dal maitre patissier Alessandro Dalmasso, per concludere con la vivacità tradizionale, il Brachetto d’Acqui docg Spumante.
La collaborazione Consorzio di Tutela Vini d’Acqui e Gambero Rosso continua con gli appuntamenti del 21 giugno a Roma. Vi invitiamo a seguire i nostri social per scoprire gli aggiornamenti e il programma in tempo reale.
Il CONSORZIO TUTELA VINI D’ACQUI
Il Consorzio Tutela Vini d’Acqui nasce nel 1992 ad Acqui Terme, in provincia di Alessandria, in Piemonte, nel Nord Ovest d’Italia, con lo scopo di controllare e regolamentare la crescita delle denominazioni dei Vini d’Acqui, a tutela del loro territorio d’origine, dei produttori e dei consumatori. Il Consorzio riunisce 60 aziende tra cui aziende agricole, cantine cooperative e aziende spumantiere. Nel 1996 il Brachetto d’Acqui ha ottenuto la DOCG (denominazione d’Origine Controllata e Garantita) grazie al forte impulso del Consorzio che contribuì a definire con maggiore precisione, dal punto di vista legale e amministrativo, le peculiarità sia del vino sia dello spumante, elevando così il livello di entrambe le categorie tutelate.
IL MONFERRATO
I vini d’Acqui sono figli di un territorio vocato e variegato dove i vitigni si esprimono al meglio sin dall’antichità. Grazie a un clima caratterizzato da un regolare avvicendarsi delle stagioni, le uve sviluppano caratteristiche particolari che definiscono la tipicità, mentre la diversa composizione dei terreni (ricchi di sabbia, limo e argilla) di natura friabile, conferisce ai vini una versatilità espressiva unica, ponendo l’accento ora su finezza ed eleganza, ora su corpo e intensità di ogni elemento, ora su leggerezza e fragranza.
Questo territorio nel 2014 è stato proclamato, patrimonio dell’umanità dall’ Unesco.
Redazione Centrale TdG