Fiano di Avellino e Greco di Tufo, la straordinaria capacità di invecchiare anche per decenni
Tre lunghi anni nel “cassetto”. Tanto ha atteso la domanda di modifica dei disciplinari presentata dal Consorzio di Tutela dei Vini d’Irpinia per il tramite della Regione Campania, in conformità con la procedura prevista dal decreto ministeriale 7 novembre 2012, per affermare l’unicità dell’Irpinia come area vitivinicola di bianchi di pregio, Fiano e Greco e la straordinaria capacità di invecchiare, anche per decenni. Non a caso, il Greco di Tufo docg, per longevità, corpo e complessità è definito il “rosso vestito di bianco”.
Finalmente, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, nella Gazzetta Ufficiale del 26 ottobre scorso, con i decreti del 13 ottobre 2020 ha approvato le modifiche ordinarie ai disciplinari di produzione dei vini a DOCG ‘Taurasi”, “Greco di Tufo” e nella Gazzetta Ufficiale precedente del 24 ottobre 2020 pubblicato il decreto di approvazione delle modifiche ordinarie al disciplinare di produzione dei vini a DOCG “Fiano di Avellino”, introducendo, di fatto, per le due denominazioni docg irpine di pregio la categoria “Riserva”, nonché per lo “spumante di Greco di Tufo”.
Tali modifiche, si legge, si applicano alle giacenze di prodotti provenienti dalle vendemmie 2019 e precedenti, nonché a quelle successive a partire dal 1° novembre di ogni anno, per un tempo di affinamento non inferiore ai dodici mesi. Per lo Spumante di Greco di Tufo DOCG “Riserva”, il prodotto deve essere ottenuto ricorrendo esclusivamente alla pratica della rifermentazione in bottiglia secondo il metodo classico.
La certificazione si traduce, dunque, in un’applicazione alle produzioni di un minimo di dodici mesi di affinamento in cantina, a partire dalla vendemmia del 2018, anno di riferimento dell’iter di modifica richiesto dal Consorzio.
Un riconoscimento significativo che premia in primis, la particolare longevità dei due vini bianchi, alfieri dell’enologia di qualità irpini in tutto il mondo, oltre il lavoro profuso dai viticoltori, penalizzato, in questo grave momento di emergenza covid ma che, ora, grazie a questa importante certificazione, si traduce in un prezioso messaggio per il mercato produttivo, potendosi declinare nella categoria “Riserva” la straordinaria vendemmia 2019, e, dunque, rafforzare il valore dell’intera filiera vitivinicola irpina.
Testo e foto Carmen Guerriero