Franciacorta. Un nome che suona dolce, ed evoca storie di cavalieri e paladini. Che si chiami così per merito di Carlo Magno, che la trovò somigliante alla patria lontana, o perché, più prosaicamente, anche se gli studiosi di etimologia propendono nel credere che la vera origine derivi da “francae curtes”, le piccole comunità di monaci benedettini che durante il Medioevo, erano esentate da tasse e a condizione che bonificassero e lavorassero la terra a loro affidata.
L’unica certezza è che il toponimo comparve per la prima volta negli annali del Comune di Brescia dell’anno 1277, per identificare l’area compresa tra i fiumi Oglio e Mella a sud del lago d’Iseo. Un fatto è certo: dalla dolcezza del nome corrisponde la morbidezza di linee e colori di questo paesaggio cosparso di ville, pievi, castelli e piccoli borghi. Brescia e le sue industrie sono a pochi chilometri, ma qui la natura non è stata sconfitta dal cemento. L’hanno vinta i lunghi filari di vigne, da cui si ricavano vini e soprattutto spumanti che, in termini di qualità, danno filo da torcere al più rinomato champagne francese. Tante sfumature di verde degradante verso il lago d’Iseo, insinuato tra le montagne che si alzano improvvisamente intorno.
Al centro del lago d’Iseo, Montisola, l’sola lacustre più grande d’Europa, un piccolo paradiso naturale in cui le auto non hanno accesso, raggiungibile in traghetto da Sulzano. Sulle rive del lago la silenziosa riserva naturale delle Torbiere Sebine, dove, tra ninfee e canneti, trovano rifugio anatre, folaghe e pendolini. Proprio al confine con le Torbiere, si arrocca il paese d’Iseo, che ha mantenuto la sua struttura urbana medievale. Si allarga a semicerchio tra le pendici del monte e del lago, in una raggiera di vicoli che arrivano al porto. Vale la pena di fermarsi ad ammirare almeno la Pieve di Sant’Andrea, del V secolo, con il suo alto campanile in pietra calcare. Ancora pochi passi, ed ecco la distesa azzurra, su cui scivolano i tradizionali “naècc”, le barche dei pescatori. Ogni giorno scaricano sulla riva il loro bottino di pesci, anguille, coregoni e tinche, da qui si può costeggiare il lago verso nord, fino a Pisogne, in una successione di paesini che sfilano nella loro serena bellezza. Poco prima di Sulzano, la penisola di Montecolo offre uno splendido panorama, da ammirare prima di fermarsi a Sale Marasino, dove nella parrocchiale a croce greca, sono conservati affreschi seicenteschi. Proseguendo verso Marone si incontrano i resti di una villa romana.
Poi la provinciale lambisce il parco delle “piramidi” di Cisliano frutto di un millenario processo di erosione. Ancora pochi chilometri, ed ecco Pisogne, punto di scambio tra le vie del lago e della Valcamonica. Il suo fiore all’occhiello è la Madonna della Pieve, con un magnifico ciclo di affreschi del Romanino. A Lovere, sul lungolago, la tappa finale può essere la Galleria dell’Accademia Tadini, una raccolta di dipinti di scuola veneta e lombarda, visitabile da maggio a settembre. A Iseo, ci si può anche addentrare nel cuore della Franciacorta, a Provaglio, con il suo monastero di San Pietro in Lamosa, affacciato sulle Torbiere. Adro, si estende su una zona collinare ai piedi del Monte Alto. Il centro storico medioevale conserva i ruderi dell’ingresso del castello che faceva parte del sistema difensivo dell’antico borgo. Da visitare il Santuario della Madonna della neve, a un chilometro si trova la quattrocentesca chiesa di Santa Maria in Favento che custodisce interessanti affreschi del XV e XVI sec.
Il suggestivo scenario dell’Abbazia Olivetana di Rodendo Saiano, merita una visita. La chiesa e sempre aperta durante l’anno, con la possibilità di visita guidata. Nei chiostri ogni anno si tiene il Festival del Franciacorta. Nei pressi di Paratico, invece, si scorgono le rovine del castello Lantieri, (dove, forse, soggiornò Dante) e la Parrocchiale dedicata a Santa Maria Assunta, dominano il centro storico d’impianto medioevale e la storica sede della Cantina Lantieri con annesso un’eccellente agriturismo. Corte Franca, comprende quattro piccoli nuclei: Borgonato, Nigoline, Timoline e Colombaro. Borgonato esisteva già nel medioevo, qui aveva grande importanza la pastorizia soprattutto per la presenza di grandi aree boschive.
L’abitato sicuramente si sviluppò dapprima sul colle dove nel XII sec. fu costruito il castello. Nigoline, sfoggia antichi palazzi appartenuti a nobili famiglie bresciane, Palazzo Torri o Villa di delizie, è una splendida dimora nobiliare seicentesca costruita tra i vigneti della Franciacorta. Timoline, sede di una corte rurale del Monastero di Santa Giulia, è la prima località della Franciacorta che viene documentata per iscritto (766). La vecchia Parrocchiale, intitolata ai Santi Cosma e Damiano, fu edificata nel 1532. Sul colle del centro storico è ubicato il Castello. Una tappa a Erbusco, per ammirare Villa Lechi, esempio impeccabile di dimora residenziale palladiana del tardo ‘500 e la Pieve Romantica di Santa Maria Maggiore. A Rovato, dove, in cima al monte Orfano, c’è il convento dell’Annunciata, dei Frati Servi di Maria: 600 anni di vita, un affresco del Romanino, un chiostro, un doppio loggiato con vista sulla pianura. Affacciarvisi è il modo migliore per congedarsi dalla Franciacorta.
Foto: Visit Brescia, Consorzio Franciacorta e Jimmy Pessina