Divulgare la conoscenza di un prodotto tipico locale con un duplice obiettivo: valorizzare e promuovere sia il turismo enogastronomico sia l’immagine complessiva della città in cui nasce il prodotto. È stato questo l’intento che, 22 anni fa, ha indotto il Presidente del Centro di Cultura Renoir di Taranto, Cosimo Lardiello a dare vita al “Festival della cucina con la cozza tarantina”, su tutto il territorio nazionale e all’estero. Una elegante manifestazione che ha portato una diversa immagine del prodotto del nostro mare in tante regioni italiane insieme a quella della città, riscuotendo unanimi consensi.
La finale del “Festival italiano della cucina con la cozza tarantina”, si è svolta sabato 19 marzo, presso il prestigioso Hotel Cosmopolitan di Civitanova Marche.
Il concorso legato a uno dei più famosi prodotti delle acque tarantine: la cozza. La cozza tarantina, secondo gli esperti, si distingue per bontà e particolari caratteristiche: è infatti piccola – più piccola di tutte le altre sia italiane sia estere (e nelle nostre pescherie abbondano quelle spagnole e cinesi) – tozza e bombata al centro (da cui il detto locale “pieno come una cozza”) e soprattutto cresce in mare, ma in acque particolari. Gli allevamenti, infatti, si distendono nel “mare piccolo” di Taranto in cui vi è un fenomeno unico: i “citri”, sorgenti di acqua dolce che dal fondo marino arrivano in superficie con il classico movimento a cerchi concentrici. Nel “mare piccolo” sono stati censiti almeno 38 “citri” di grandi dimensioni, oltre ai tantissimi piccoli.
Tutti insieme mantengono lo specchio acqueo in movimento, pulito e ossigenato e fanno crescere le cozze in questo speciale e unico mix di acque. Perché la cozza raggiunga la maturità occorrono circa 15 mesi e in questo periodo mediante un procedimento speciale viene ripulita due o tre volte dai parassiti. I cinque chef che si sono sfidati sono: Alessandro Eramo di Taranto con il piatto “voyage; Nicola Altavilla di Leporano, il piatto “Riso, patate, cozze alla tarantina”; Alessandro Angiola, dell’Hotel Apulia, con il piatto “non si sa cosa uscirà”; Antonio Coletta, Ristorante Giù di Taranto, con il piatto “maltagliati, ceci e cozze”; Michel De Girolamo, di Benevento, con il piatto “foglie di mela verde, nero di seppia liofilizzato e acqua di cozze”. Al termine dell’assaggio, la giuria composta da giornalisti e da due chef Cordon Rouge: Giuseppe Giustozzi e Nicola Difilippo, coordinati dall’Ammiraglio Vincenzo Rinaldi.
Il pregiato trofeo d’argento opera della gioielleria Enzo Martuscello, proprietario del laboratorio artigianale “Dora Lombardi Gioielli” di Morrovalle, è stato assegnato allo chef Alessandro Angiola. A tutti glia altri chef sono stati donati sempre in argento un trofeo più piccolo.
Jimmy Pessina